Tornano i lupi in Italia. I contadini si armano ma il Wwf chiede… l’armistizio

20 Feb 2016 14:56 - di Gabriele Alberti

«Lavorare insieme per costruire una convivenza con i lupi, perché le uccisioni non risolvono i problemi». I contadini dell’Appennino avevano già imbracciato la lupara per contrastare il ritorno in massa dei lupi nel territorio italiaco, ma il Wwf ha un’altra idea e propone una “soluzione diplomatica”, una sorta di armistizio, una serie di azioni per risolvere efficacemente la questione della convivenza tra attività economiche e presenza dei grandi predatori sul territorio. In Italia oggi vi sono circa 1.600 lupi, di cui 1.500 sull’Appennino e 100-120 sulle Alpi; nel 1971, quando il lupo era cacciabile, ve ne erano solo cento esemplari. Tra il 2013 e il 2015, secondo dati del Corpo Forestale, sono stati 115 i lupi trovati morti. Le minacce principali sono il bracconaggio, che ogni anno interessa il 20% della popolazione, e l’ibridazione, cioè l’incrocio con cani randagi, che interessa il 40% degli esemplari.

Ingenti risorse sono state spese nel tempo per rimborsare gli allevatori dei danni subiti. Provincia simbolo può essere considerata quella di Grosseto, per l’alta presenza di questi animali e per le conseguenti proteste di padroni di pecore, vitelli e asini che hanno trovato le bestie sventrate o ferite. In questi ultimi anni c’è chi ha applicato una “giustizia fai da te” , facendo trovare teste e carcasse di lupi uccisi ai margini delle strade. Ma le misure drastiche non funzionano, dice il Wwf, che parla di “scorciatoie pericolose” «Siamo in una fase importante per la tutela di questa specie – ha detto il vicepresidente del Wwf Italia, Dante Caserta, nel corso di una conferenza stampa a Pescara – per la prima volta dagli anni ’70 si torna a parlare di abbattimenti del lupo. Il Piano, infatti, introduce la possibilità di derogare al divieto di uccisione, autorizzando l’abbattimento di circa 60 esemplari ogni anno». Misura contro cui l’associazione ambientalista, dopo avere scritto al Ministero, ha lanciato una petizione online (www.wwf.it/soslupo), già sottoscritta da 25mila persone con l’obiettivo di «dire no all’abbattimento anche di un solo lupo e sì ad azioni concrete contro il bracconaggio». Riuscirà il Wwf a convincere i contadini a rimettere in soffitta l’artiglieria pesante?

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