Tangenti, sindaco del Beneventano applicava il sistema del 10%: arrestato

9 Feb 2016 15:22 - di Monica Pucci

Avrebbero preteso una tangente su ogni appalto pubblico, applicando il “sistema del 10%”, soprattutto dalle ditte in difficoltà economiche. Con questa accusa Emmanuele De Libero, sindaco del piccolo comune di San Lorenzo Maggiore, in provincia di Benevento, ed il responsabile dell’Ufficio Tecnico associato dei comuni di San Lorenzo Maggiore, Guardia Sanframondi e San Lupo, Pellegrino Colangelo, sono stati arrestati per concussione, in concorso tra loro, dai carabinieri della compagnia di Cerreto Sannita, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura del capoluogo sannita, guidata da Giovanni Conzo. San Lorenzo maggiore è un piccolo comune, poco più di duemila abitanti. De Libero, un passato politico nella destra, è stato eletto sindaco l’anno scorso alla guida di una lista civica, “Movimento popolare”. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Donatella Palumbo, sono partite in seguito alla denuncia di un imprenditore edile del posto che lamentava di essere vittima di un sistema concussorio posto in essere dal primo cittadino che, in sinergia con il capo ufficio tecnico, avrebbe assoggettato gli imprenditori alla tangente del 10 per cento, per l’affidamento dei lavori pubblici. Nel caso specifico, all’imprenditore era stata chiesta una tangente di 70 mila euro, poco meno del 10 per cento dell’importo totale dell’appalto di oltre 800 mila euro, per l’affidamento mediante appalto integrato della progettazione esecutiva e della esecuzione dei lavori di acquisizione e di infrastrutturazione delle aree destinate a insediamenti produttivi nel comune di San Lorenzo Maggiore.

Mani Pulite non ha insegnato nulla

Alla prima tranche di diecimila euro versata dall’imprenditore, ne ha fatto seguito un’altra che è stata filmata dagli investigatori con tecniche sofisticate: immagini che hanno incastrato il sindaco De Libero mentre intasca la tangente. «Sono passati più di 15 anni da Mani Pulite – ha commentato il procuratore Conzo – e malgrado questo il sistema delle tangenti continua a imperversare, come dimostrano queste indagini. Il gip ha parlato di assoggettamento, un termine che si usa per la mafia e per la camorra e che ben rende il clima a cui sono sottoposti i cittadini onesti che per lavorare sono costretti a pagare le mazzette. La Procura di Benevento, gli inquirenti, i carabinieri sono fermamente impegnati a contrastare questo fenomeno”. In merito agli arresti di oggi, “le prove – dice il procuratore – sono granitiche, come le definisce il Gip, perché abbiamo la prova regina della ripresa diretta del momento in cui viene intascata la tangente”. Al momento non ci sarebbero ulteriori indagati anche se le indagini continuano.

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