“Regeni ucciso per motivi personali”. Ma questo video smentisce Il Cairo

24 Feb 2016 14:23 - di Laura Ferrari

Un omicidio premeditato per una vendetta causata da motivi personali: sarebbe questa l’ ipotesi più probabile, secondo un comunicato del ministero dell’interno diffuso oggi, sulla morte di Giulio Regeni. Le indagini avrebbero accertato che la vittima aveva numerose relazioni con abitanti del quartiere in cui viveva. Una inchiesta che, invece, secondo il settimanale Panorama potrebbe indirizzarsi altrove, sicuramente in un ambiente politico. «Il 4 novembre scorso – scrive il settimanale Panorama in edicola domani – quando Giulio Regeni era già al Cairo per conto dell’Università di Cambridge, impegnato in quegli studi sul sindacalismo indipendente che gli sarebbero costati la vita, a Londra una delle sue referenti accademiche, Anne Alexander, arringava la piazza contro la visita del presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi nella capitale britannica, bollandolo come assassino». «Intorno a lei – informa Panorama – molti manifestanti esultavano sventolando le bandiere gialle con la mano nera dei Fratelli musulmani, fuorilegge in Egitto». Il video (che da domani sarà visibile in versione integrale con traduzione sul sito Panorama.it), secondo il settimanale, «evidenzia le responsabilità “politiche” dei referenti inglesi per la fine di Regeni al Cairo, dove il ricercatore è stato ucciso lo scorso 25 gennaio, presumibilmente dopo lunghe torture».

In memoria di Regeni un progetto di Poste Italiane

Poste Italiane e la famiglia di Giulio Regeni individueranno insieme un progetto sociale, che verrà finanziato dalla Fondazione Poste Insieme Onlus, e verrà intitolato al giovane ricercatore friulano ucciso in Egitto. Lo ha annunciato la presidente di Poste Luisa Todini durante la presentazione dei nuovi progetti della Fondazione. La morte di Giulio è «una notizia che ha sconvolto tutti e su cui c’è ancora una grande ombra», ha detto Todini, aggiungendo che «i genitori con grande dignità hanno chiesto di non portare fiori ma destinare denari. Noi – ha aggiunto – attraverso il Ministero degli esteri, abbiamo raggiunto la famiglia, che ha accettato con grande gioia che Poste possa destinare dei finanziamenti ad un progetto sociale che individueremo insieme e che intitoleremo a Giulio».

 

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