Il Papa in Messico nei prossimi giorni. E’ il Paese più a rischio per i sacerdoti

9 Feb 2016 16:59 - di Redazione

Il Messico che il Papa si a appresta a visitare nei prossimi giorni è una terra piena di rischi per il sacerdozio: negli ultimi tre anni sono stati uccisi 11 preti e altri tre preti sono ‘desaparecidos’. Si tratta di “un ‘record’ vergognoso: di fronte alla denuncia o l’opposizione della Chiesa contro il crimine organizzato”, la risposta è la morte, o appunto, la ‘desaparicion’, sottolinea il portavoce dell’arcidiocesi di Città del Messico, Hugo Valdelamar. E non mancano d’altra parte i sequestri e le estorsioni, o i furti nelle chiese. “Prima ci rispettavano, ora è stato superato ogni limite”, aggiunge il portavoce, che ricorda inoltre come nel mirino della violenza ci siano anche i giornalisti. A preparare uno studio sulla violenza contro la Chiesa è stato d’altra parte il ‘Centro catolico multimedial’: i dati indicano che in America Latina il Messico è ormai da una decina d’anni il paese più violento nei confronti di sacerdoti, religiosi e laici, seguito da Colombia, Brasile e Venezuela. Nei primi tre anni di governo con alla guida il presidente Enrique Pena Nieto sono stati uccisi undici sacerdoti. Un seminarista, un sacrestano laico e due presbiteri rimangono d’altra parte ‘desaparecidos’. Nel rapporto, reso pubblico a dicembre, si ricorda inoltre che durante il suo viaggio il Papa visiterà quattro degli stati del paese nei quali essere religioso può considerarsi un’attività a rischio. Negli ultimi dodici mesi due sacerdoti sono stati uccisi dopo essere stati sequestrati: Francisco Gutierrez, della confraternita degli ‘Operarios del Reino de Cristo’ dell’arcidiocesi di Morelia, eP Erasto Pliego, parroco di Cuyoaco, dell’arcidiocesi di Puebla. Tra il 1990 e il 2015 gli omicidi di sacerdoti o uomini della pastorale cattolica sono d’altro lato aumentati del 275%: “sono dati allarmanti e tragici, che rivelano tra l’altro come il fenomeno non sia stato affrontato dal governo, quanto meno negli ultimi tre anni”. Altri dati: tra il 1990 e il 2015 sono stati uccisi un cardinale, 38 sacerdoti, un diacono, quattro religiosi, cinque sacrestani laici e una giornalista cattolica. Il caso più noto rimane quello del 24 maggio del 1993, quando l’arcivescovo di Guadalajara, Juan Jesus Posadas Ocampo, venne ucciso dai sicari della gang narco dei fratelli Arellano Felix. Le circostanze dell’omicidio rimangono oscure ma a quanto pare, Posadas Ocampo venne confuso con il ‘Chapo’ Guzman: quella fu la prima volta nella quale si parlò del narco-boss di Sinaloa, ora in carcere dopo essere stato protagonista negli ultimi anni due fughe dalla prigione. I due stati più pericolosi per esercitare il sacerdozio sono Guerrero, sud del paese, e Città del Messico, conclude il rapporto, il cui titolo è ‘Messico – 25 anni di sacerdozio sulla linea di fuoco!’.

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