La nuova Europa in rivolta contro Bruxelles: “No alle quote di migranti”

25 Feb 2016 7:43 - di Redazione

L’Europa sempre più spaccata comincia a rimangiarsi anche gli accordi già presi. Ieri Viktor Orbán ha annunciato un referendum sulla redistribuzione delle quote di rifugiati concordata dalla Ue l’anno scorso. «La Ue non ha il diritto di imporre la sua politica delle quote obbligatorie sul blocco dei Parlamenti nazionali», ha detto il premier ungherese. E pazienza se la costituzione magiara vieta di emendare gli accordi internazionali: Orbán è convinto che «introdurre quote senza l’appoggio del popolo è un abuso di potere», riporta “La Stampa”.

Migranti: l’Europa dell’Est di ribella contro Bruxelles

Il partito di estrema destra Jobbik, intanto, ha presentato una richiesta di modifica della costituzione per consentire ai referendum di annullare intese europee, se riguardano l’immigrazione. Nelle stesse ore, l’Austria ha presentato quello che il tabloid Bild ha chiamato «il patto anti-Merkel». Dopo una riunione con i ministri degli Interni di nove Paesi balcanici tra cui Serbia, Croazia, Slovenia, Albania, Bosnia e Macedonia, volutamente in assenza di rappresentanti delle istituzioni europee o di partner colpiti dalle mi sure discusse come la Grecia, la ministra dell’Interno Johanna Mikl-Leitner ha presentato l’accordo. «Ridurre i flussi migratori adesso» ha scandito, «è una questione di sopravvivenza, per l’Unione europea». Per la politica conservatrice, altrimenti «incombe il rischio dei nazionalismi». Vienna vuole un «effetto-domino della ragione» per frenare gli arrivi dei profughi. Il patto balcanico vuole ridurre i flussi e prevede filtri più severi ai confini che separino migranti economici dai profughi e un coordinamento più stretto delle polizie di frontiera.

Vienna ha anche offerto alla Macedonia di spedire propri agenti al confine con la Grecia.

La reazione di Atene non si è fatta attendere: «L’esclusione del nostro Paese dall’incontro è un atto non-amichevole», ha commentato il ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias. E il suo collega all’Immigrazione, Ioannis Mouzalas, ha avvertito che la stretta sta già moltiplicando i migranti bloccati al confine. Gè ne sono già 15mila che affollano la frontiera, ma nei prossimi due giorni potrebbero aumentare al ritmo di duemila al giorno, ha puntualizzato. E durante un dibattito in Parlamento, il premier greco Alexis Tsipras è tornato a minacciare il veto sugli accordi europei «se il peso dei profughi non sarà condiviso in modo proporzionale».

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