Anche l’ex comunista Napolitano in prima linea contro le adozioni gay

11 Feb 2016 8:24 - di Redazione

Ieri è passato il primo voto sul ddl Cirinnà, ma i dem si sono spaccati sulla scelta del capogruppo Zanda di lasciare libertà di coscienza sulla stepchild adoption e altri tre articoli. Polemica anche sui voti segreti: il presidente del Senato Pietro Grasso respinge la richiesta. Il centrodestra e i cattolici salgono sulle barricate e lo accusano di aver fatto una scelta molto politica e poco tecnica, si legge su “il Giornale”.

Le Unioni civili portano il Partito democratico sull’orlo di una crisi di nervi.

Se i numeri in Senato fossero quelli di ieri pomeriggio, per la legge sulle unioni civili sarebbe una marcia trionfale: 195 senatori hanno bocciato a voto palese la richiesta (firmata da Calderoli e Quagliariello) di non passare all’esame degli articoli. Solo 101 i favorevoli. Se approvata, la richiesta sarebbe stata una pietra tombale sulla legge, e il sogno di Matteo Renzi di arrivare alle elezioni amministrative con una vittoria storica sui diritti civili sarebbe tramontato. Ma quei numeri, pur indicando il solido plafond di voti su cui le unioni civili possono contare non tengono minimamente conto delle infinite sfumature di posizioni nel merito e di trappole in cui la legge può ancora incappare.

Sulle adozioni gay il Pd è spaccatissimo

Solo la settimana prossima si inizierà a capire come la complicata partita è destinata ad andare avanti: il voto degli emendamenti e degli articoli è infatti rinviato a martedì prossimo. E a quel punto sarà chiaro se la Lega manterrà l’ostruzionismo, e quanti e quali emendamenti saranno dichiarati ammissibili. E il Pd dovrà prendere una decisione non facile, quella di usare l’arma finale del cosiddetto «supercanguro», l’emendamento firmato dal renziano Marcucci che riassume l’intera legge e che, messo in votazione prima di tutto il resto, porterebbe alla decadenza automatica di gran parte delle richieste di modifica. Decisione che ovviamente infiammerebbe ulteriormente il clima, e alzerebbe il livello dello scontro tra Pd e Ncd, dove gli ultra cattolici alla Sacconi già minacciano: «La chiusura del Pd alle nostre richieste apre un solco, chi rompe paga». Contro quella che sarebbe stata una sostanziale bocciatura della legge si sono pronunciati compattamente Pd, Cinque Stelle e verdiniani, ma anche due del gruppo centrista Ap-Ncd (Bonaiuti e Margiotta, mentre ben 3 alfaniani non hanno votato) e una di Fi (Anna Maria Bernini, mentre in 4 non hanno votato).

Giorgio Napolitanoè  il più deciso ed attivo tra gli ex PCI nel fronte anti-adozioni.

La partita vera però deve ancora iniziare, e molte variabili sono ancora da definire. Anche dentro il Pd, dove in molti si muovono per cambiare la legge soprattutto nel punto più contrastato, quello della stepchild adoption. E non si tratta solo della fronda cattolica, che ieri si è scontrata con il capigruppo Zanda in assemblea sul limite troppo ristretto alla libertà di coscienza (sono solo tré gli emendamenti su cui è stata dato l’ok al «liberi tutti»), ma anche nel corpaccione del vecchio ex Pci. E i ben informati spiegano che sarebbe nientemeno che Giorgio Napolitano il più deciso ed attivo nel fronte anti-adozioni.

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