«Io, gay di destra, dico no al ddl Cirinnà: è pericoloso, mina le basi della società»

6 Feb 2016 14:29 - di Monica Pucci

«Oggi era mio dovere parlare secondo coscienza e far sapere ai più che esiste una maggioranza silenziosa di omosessuali che non condivide affatto la follia devastatrice che vuole annientare il fondamento della società umana». Mario Flugy Ravetto conclude così il suo editoriale sul sul sito destra.it, un outing pubblico sincerto e sofferto, non privo di imbarazzi e spigolature personali, ma soprattutto una posizione politica forte e categorica, da destra, su un tema che sembra monopolio della dittatura culturale della sinistra: «Io, da omosessuale, dico no alla Cirinnà, mina i fondamenti stessi della società», spiega anche in alcune interviste rilasciate ad altri giornali. Siciliano, militante da sempre nella destra, dal Msi a Fratelli d’Italia di cui oggi è componente dell’assemblea nazionale, Mario Flugy Ravetto sta facendo discutere molto con le sue parole, nelle quali non lesina critiche, oltre alla lobby gay di cui non si sente parte, perfino agli alti vertici del Vaticano, arrivando a sorprendersi della posizione troppo soft di Papa Bergoglio sul Family Day.

I gay di destra e la cautela di Papa Bergoglio

«È in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di tanti bambini che saranno discriminati in anticipo, privandoli della maturazione umana che Dio ha voluto che si desse con un padre ed una madre. È in gioco – scrive ancora – un rigetto frontale della Legge di Dio, per di più incisa nei nostri cuori. Non siamo ingenui: non si tratta di una semplice lotta politica, bensì di una mossa del Padre della Menzogna che pretende di confondere ed ingannare i Figli di Dio» Chi scriveva queste cose, si chiede Flugy Ravetto? «Le scriveva nel 2010 l’Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Oggi non capisco perchè il silenzio del Romano Pontefice sul Family Day. Ricordiamoci che 160 nazioni su circa 200 che compongono la geografia del Pianeta ben si guardano dall’elaborare leggi come quella di cui discutiamo o come quelle già varate in Europa. quella stessa Europa che ha rifiutato la propria Storia, non riconoscendo fra i suoi fondamenti le radici giudaico-cristiane», prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia, che ricorda come, a destra, mai abbia dovuto fronteggiare situazioni di pregiudizio o di prevaricazione, anzi, spiega di non aver mai avuto problemi con i colleghi di partito: «Sono stato nell’esecutivo nazionale del Fdg, con Alemanno e Gasparri. Poi nel Comitato centrale del Msi. An mi ha mandato a rappresentarla nel cda di uno dei teatri di Palermo e l’ anno scorso sono stato eletto nell’Assemblea nazionale di Fdi. Questo perché si sa che non rompo le scatole con la mia inclinazione», dice in un’intervista al Giornale. Ma oggi, a causa della Cirinnà, ha deciso di venire allo scoperto con una posizione molto politica e di forte impatto pubblico legata alla sua omosessualità: «Se oggi mi ritrovo a metterla in piazza è perché la posta in gioco è altissima: la legge sulle unioni civili è cavallo di Troia di una deriva che può mettere in discussione il fondamento stesso della società. È  solo il primo passo di ciò che accadrà di qui a un anno o poco più, se si andasse alle elezioni e vincesse Renzi: matrimonio gay, adozioni, uteri in affitto, fecondazioni artificiali. Fino a sconvolgere l’equilibrio determinato dalla natura o dal buon dio, a seconda delle opinioni. Una follia». Secondo Flugy Ravetto, divorzio a parte, l’inizio della fine era stata la riforma del diritto di famiglia. «Perché le mogli (o i mariti) sono diventati eredi pieni. Fu studiata a tavolino dal Pci per mettere in discussione i patrimoni ereditari. Così si introduce la possibilità che vengano trasmessi ad eredi senza alcun legame di sangue». Non le pare una visione un tantino feudale?, gli chiede Laura Cesaretti: «Sta dicendo che son rimasto fermo al 13 luglio del 1789? La risposta è sì: penso che l’Armageddon che stiamo vivendo sia iniziato allora. Vede, con la legge Cirinnà in apparenza non accadrà nulla. Ma alla lunga si minerà la ragion d’essere della società».

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