Il business dei figli artificiali: negli Usa l’embrione con due madri e un padre

4 Feb 2016 19:19 - di Redazione

L’ultima novità in tema di riproduzione arriva dagli Stati Uniti, dove si sperimentano gli embrioni con tre genitori allo scopo di evitare la trasmissione di malattie genetiche per via materna. L’Accademia delle Scienze Usa è favorevole, ma solo per interventi nei maschi, alla tecnica che corregge il Dna esterno al nucleo, contenuto nelle strutture della cellule chiamate mitocondri (Dna mitocondriale). Questo Dna, trasmesso solo per via materna, viene sostituito con quello di un’altra donna. Di conseguenza l’embrione si trova ad avere due madri e un padre. Le prime proposte di interventi sugli embrioni, riportano le riviste Science e Nature, sono all’esame dell’ente americano che regola i farmaci, la Food and Drug Administration (Fda), che considera la tecnica una forma di terapia genica. L’approccio adottato negli Usa è diverso da quello del Regno Unito, dove dopo anni di dibattito scientifico ed etico, nel 2015 è stata approvata una legge per l’uso della tecnica, ma senza restrizioni sul sesso. Per motivi precauzionali gli esperti statunitensi suggeriscono di applicare la tecnica solo agli embrioni di sesso maschile. I maschi infatti non possono trasmettere ai figli il Dna mitocondriale perchè questo viene ereditato esclusivamente dalla madre. Secondo gli esperti la tecnica, chiamata Mrt (terapia sostitutiva del Dna mitocondriale) potrà essere estesa alle femmine solo se si dimostrerà sicura nei maschi. ”Una precauzione eccessiva”, l’ha giudicata il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’università di Roma Tor Vergata. ”Anche perché – ha aggiunto – solleva un altro dubbio, che è quello della selezione degli embrioni”. La cautela migliore che si può adottare quando si usano queste tecniche, ha rilevato, ”è ricorrervi solo nei casi davvero necessari, in presenza solo di patologie molto serie che non si vogliono trasmettere ai figli”. Anche per il direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’università di Pavia, Carlo Alberto Redi, la decisione ”è basata su una generale idea di prudenza da adottare sempre e comunque”. Tuttavia, ha aggiunto ”non abbiamo dati che indichino un rischio basato sulla sostituzione di mitocondri”. Il mitocondri, il cui Dna viene sostituto per evitare la trasmissione di malattie per via materna, sono gli organelli che forniscono energia alle cellule. Quando compaiono delle mutazioni, queste causano disturbi che tendono a colpire tessuti e organi che hanno bisogno di molta energia, come cervello, occhi e muscoli. Spesso le malattie sono progressive e ci sono poche cure disponibili.

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