De Luca assolto, può continuare a governare la Campania

5 Feb 2016 20:00 - di Redazione

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca è stato assolto «perché il fatto non sussiste» nel processo d’appello per la nomina di un project manager nell’ambito di un progetto per la costruzione di un termovalorizzatore a Salerno. In primo grado era stato condannato a un anno, pena sospesa, condanna che aveva determinato nei confronti di De Luca la sospensione dall’ incarico di presidente della Giunta regionale per effetto della Legge Severino, provvedimento poi sospeso dal tribunale. Con De Luca sono stati assolti anche gli altri due imputati del processo il dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Salerno, Domenico Barletta e il capo staff di De Luca all’epoca dei fatti quando era sindaco di Salerno, Alberto Di Lorenzo. Per tutti gli imputati la Corte d’appello ha stabilito anche la revoca delle pene accessorie.

De Luca assolto. Per Forza Italia “legge Severino da rivedere”

«Così com’è ora, la legge Severino è una roulette russa. È stata applicata retroattivamente contro il presidente Berlusconi per estrometterlo strumentalmente dalla scena politica, ed è stata applicata per sospendere chi poi è stato assolto dal tribunale. Occorre ripensarla, aprire una riflessione seria in Parlamento». Lo afferma Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia, commentando l’assoluzione in appello del presidente della Campania. Dal canto suo, De Luca si toglie più di un sassolino dalla scarpa: «Anni di pesante aggressione politica e mediatica, per nulla. Anni di un calvario che avrebbe fatto scoppiare il cuore a chiunque. Abbiamo retto per le profonde motivazioni ideali e morali, e per l’assoluta serenità di coscienza». «Mi auguro che si esaurisca, nel dibattito pubblico, la tendenza dilagante a calpestare con disinvoltura la dignità di persone e famiglie oltre le regole di uno Stato di diritto. Mi auguro – ha concluso la nota di De Luca – che si affermi l’abitudine a confrontarsi civilmente, in un clima di rispetto reciproco. L’essere uomini è più importante delle bandiere di partito».

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