Allarme meningite, in Toscana vaccini a tappeto contro il rischio epidemia

10 Feb 2016 15:43 - di Eleonora Guerra
meningite toscana

Se non è allarme meningite in Toscana, poco ci manca. Anche se le autorità sanitarie locali tengono i toni bassi. «Non possiamo parlare di epidemia», ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, aggiungendo però che «certamente i casi di meningite si stanno concentrando in modo non normale in questa zona», ovvero l’area compresa tra Firenze, Prato e Pistoia, dove nelle ultime settimane si sono registrati diversi contagi.

Contro la meningite un piano di vaccinazione intensiva

«Stiamo agendo perché i focolai di meningite non si spostino dalla particolare area della Toscana dove sono rilevati e per risolvere la situazione», ha aggiunto Ricciardi, ricordando che la vaccinazione contro il meningococco C, quello che si è diffuso in Toscana, è «assolutamente sicura» e, sebbene non obbligatoria, rappresenta «un obbligo morale e scientifico». Proprio in questi giorni la Regione Toscana ha dato il via libera alla vaccinazione intensiva per circa un milione di cittadini residenti nell’area più colpita. Perché il piano diventi operativo, però, mancano le dosi necessarie, che le autorità sanitarie stanno cercando anche nei mercati extraeuropei.

In un solo giorno 2.647 richieste di vaccini

Sono i cittadini, del resto, a chiedere di essere vaccinati: in Toscana, da quando si sono moltiplicati i casi di malattia, si sono moltiplicate anche le prenotazioni per le vaccinazioni, che sono arrivate a toccare la cifra record di 2.647 in un solo giorno. Per il momento, comunque, la procedura non è cambiata: la priorità resta per le persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni, per le quali il vaccino è gratuito e le dosi erano già state trovate prima della decisione di dare il via al piano di vaccinazione intensiva. Secondo l’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, le dosi necessarie dovrebbero arrivare nel giro di pochi giorni, una volta risolti i problemi burocratici legati all’immissione nel nostro Paese di medicinali provenienti dall’estero, mentre quanto alla somministrazione non vi sarebbero particolari criticità, anche grazie all’ampia disponibilità data da medici di base e pediatri.

Al via l’indagine epidemiologica

Dovrebbe partire, poi, entro la settimana l’indagine epidemiologica per comprendere le ragioni della diffusione e della concentrazione del virus in quella specifica area della Toscana. L’indagine sarà condotta attraverso prelievi faringei, tanto su soggetti vaccinati quanto su persone malate o che sono entrate in contatti con persone malate. L’aspettativa è quella di avere un riscontro valido nel giro di un mese.

 

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