Yara, il perito di Bossetti smonta i Ris: nessun rigore scientifico nelle analisi

29 Gen 2016 14:54 - di Paolo Lami

L’acquisizione delle fibre dai sedili del furgone di Massimo Bossetti e il loro confronto con quelle reperite sugli indumenti di Yara Gambirasio sono al centro dell’udienza di questa mattina a Bergamo, a carico del carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio della ginnasta tredicenne.
Secondo la Procura sui leggings di Yara sono state trovate fibre dei sedili del furgone di Bossetti. In aula è intervenuto il consulente tecnico della difesa, l’ingegner Vittorio Cianci, titolare del laboratorio di analisi Lart ed esperto di analisi tessili e iscritto all’albo dei periti tessili del Tribunale di Treviso. Cianci ha contestato sia le modalità di acquisizione dei campioni, sia la validità dei confronti.
«Le fibre a disposizione, stando agli atti, sono di soli 20 milionesimi di grammo – ha spiegato -. Inoltre le analisi devono seguire norme e protocolli scientifici che i Ris non hanno seguito». L’esempio più evidente sarebbe, a dire del perito della difesa, il fatto che, per le fibre del furgone, non sia stato usato un microscopio con ingrandimento di 500 volte, ma solo a 100 volte (per gli abiti, invece, è stato usato l’ingrandimento a 500).
«Serve un rigore scientifico con norme internazionali che non sono state usate, per esempio, nell’utilizzo dello strip di tampone – ha detto Cianci -. Non ho inoltre trovato agli atti il tipo di intreccio dei tessuti. Inoltre lo spettro fotometrico non consente la sovrapponibilità delle curve dei colori delle fibre che, a mio avviso, sono dunque diversi».
«Sulla base della mia perizia le fibre non si possono dunque comparare – ha aggiunto Vittorio Cianci – e non c’è alcuna compatibilità per quanto riguarda il loro colore perché si tratta di due colori diversi».
Inoltre il perito della difesa ha sottolineato come fosse poco il materiale a disposizione, trattandosi di «29 fibre, poi ridotte a 12, per un peso complessivo di soli venti milionesimi di grammo».
«Non è inoltre indicato il tipo di poliestere delle fibre prelevate dal furgone di Bossetti – ha aggiunto il perito – e per il confronto non è stato utilizzato nemmeno l’olio, previsto invece dalle norme scientifiche».
Nella seconda parte dell’udienza il perito verrà poi interrogato dal pm Letizia Ruggeri nel controesame. La seduta è stata piuttosto tranquilla, con una sola interruzione, quando la presidente della corte Antonella Bertoja ha richiamato due ragazze del pubblico che disturbavano: «Non c’è il silenzio necessario, che deve essere quello assoluto – ha intimato -: è l’ultimo avviso, seguirà l’espulsione».

Commenti

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  • Pilade Pirola 31 Gennaio 2018

    Il mio commento è che tutto questo processo si è svolto sulla base di congetture e non di prove confermate dai fatti, anche la famosa prova regina del DNA si è dimostrata del tutto slegata da circostanze che potessero dimostrare un legame certo col sig. Bossetti. In particolare, non si è accertata la data del deposito del materiale genetico sugli slip della povera Yara, né è stato accertato che il cadavere sia sempre rimasto sul luogo del ritrovamento, fin dall’inizio. A tal proposito, vi sono numerose testimonianze degli abitanti del luogo, che lo smentiscono. Il sottoscritto ha effettuato un esperimento che dimostra in modo inequivocabile, che il cadavere di Yara non può essere stato per tre mesi all’aperto nel campo di Chignolo, ma che vi è stato portato poco prima del ritrovamento. L’esperimento è consistito nel porre un pezzetto di carne all’aperto sopra un vaso pieno di terra coperto da una rete metallica, in modo che gli uccelli non potessero mangiarlo, in data 15 novembre 2016. Quello che ho potuto rilevare è che dopo due giorni ha cominciato a puzzare e che la puzza è durata per due giorni, e si sentiva a due metri di distanza, da questo, trattandosi di meno di 10 grammi di carne, ho dedotto che un cadavere avrebbe dovuto puzzare molto di più e per un tempo molto più lungo e che, quindi, non è possibile che nessuno l’abbia notato, essendo quel posto molto frequentato. in oltre.ad oggi, quel pezzetto di carne è quasi completamente putrefatto, mentre il cadavere di Yara era ancor ben conservato. Se fosse stato all’aperto sarebbe stato in ben altre condizioni.