Transparency e la corruzione. Quando la situazione è grave, ma non seria

28 Gen 2016 15:21 - di Tano Canino

L’indice di corruzione secondo “Transparency”. C’è pure questo al mondo. C’è chi misura e pubblica ogni anno la preziosa tabella.”Transparency International” fornisce l’indice di corruzione degli Stati nazionali. Così abbiamo saputo che l’Italia sta al 61esimo posto della classifica. Male, molto male, ovvio. Ma non malissimo. I penultimi d’Europa. Ma davanti ad almeno altre 106 Nazioni. Con Corea del Nord e Somalia a chiudere. Situazione grave, ma non seria. Che in fondo abbiamo scalato 8 posizioni in un anno. Ma, c’è un ma. Perchè al 61esimo, insieme a noi, ci stanno pure LesothoSenegal e Sud Africa. Terre dove democrazia, convivenza civile e legalità sono una quotidiana conquista. Tuttavia, fa fede la misura di Transparency: la corruzione è simile alla nostra. Se poi la vita vale poco o nulla e la mortalità infantile è enorme, problema loro. E non finisce qui. Perchè, scorrendo la classifica, davanti a noi c’è il Botswana (paese dove esiste una bella democrazia fatta da un solo partito alla quale, forse,  il Matteuccio nostro potrebbe ispirarsi). Davanti abbiamo la Namibia ( dove è ancora aperta la tradizionale caccia ai bianchi, rintanati nelle loro fattorie,  e dove l’Aids miete vittime incontrastato). Ancora avanti c’è il Rwanda (terra resa famoso dai massacri indiscriminati perpetrati dall’etnia Tutsi) e poi c’è il Ghana (per farsi un’idea basta andare a leggere cosa scrive il sito del nostro Ministero degli Esteri nella sezione “viaggiare sicuri”). Perciò, noi l’Italia, per Transparency saremmo uguali o peggio di costoro. E staremmo peggio, sempre secondo questi moderni censori, di Oman, Kwait, Arabia Saudita e Qatar. Paesi di emiri e petrolio con una idea particolare di libertà e diritti individuali. Ma, tant’è: l’indice di corruzione incombe. I diritti possono aspettare. Come la verità. Come il metro di Transparency. Che tanto piace ai media, pronti a rilanciare e commentare. Quasi invidiamo l’eroico popolo della Corea del Nord, oppresso dalla tirannia di Ciccio Kim. Gente che non ha nulla, che vive di stenti e che però sarebbe la più corrotta al mondo. Sempre secondo Transparency. Che da quelle parti non mettono certo il naso, ma che misurano lo stesso. Che valutano e sanno. E che, in Italia, sono sponsorizzati anche da Snam, da Pirelli, da Terna. Evviva: all’anno prossimo.

 

 

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