La sorveglianza al mostro di Foligno? Costa allo Stato 350 euro al giorno

12 Gen 2016 17:07 - di Carlo Marini

È lo Stato a coprire le spese, 350 euro circa al giorno, per mantenere Luigi Chiatti (il cosiddetto “mostro di Foligno”) all’interno di una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) in Sardegna: lo ha precisato l’assessore Luca Barberini rispondendo in consiglio regionale a un’interrogazione di Marco Squarta (Fratelli d’Italia) in cui si parlava di una somma pari a «diverse centinaia di euro». Barberini ha spiegato prima di tutto che «non ci sono Rems in Umbria per via del ristretto numero di casi, solo sette, che dovrebbero esservi ospitati. Il costo di una struttura in Umbria sarebbe quindi superiore a quanto si potrà spendere a Volterra, quando la Toscana metterà a disposizione dei soggetti umbri sette posti. Premesso che il trasferimento viene deciso dall’amministrazione penitenziaria, il mantenimento del soggetto citato da Squarta nella struttura di Capoterra verrà a costare sui 350 euro, secondo quanto abbiamo saputo dalla Regione Sardegna. In ogni caso i costi di questo e degli altri soggetti internati sono a carico dello Stato, con risorse vincolate. Si tratta di costi elevati, ma dobbiamo garantire sia i servizi a tutela delle persone internate che l’incolumità dei cittadini».

I due bambini uccisi dal “mostro di Foligno”

Nella replica, Squarta si è dichiarato «non soddisfatto perché anche se coperti da fondi nazionali, come per la gran parte delle spese in materia di sanità, si tratta di costi comunque spropositati». Definitivamente condannato a 30 anni di reclusione per gli omicidi dei piccoli Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, Chiatti è stato riconosciuto seminfermo di mente e socialmente pericoloso. Di qui la misura di sicurezza, prevista dalla sentenza, che stabilisce il ricovero in un opg o una Rems per almeno tre anni. Al termine di questo primo periodo la pericolosità sociale di Chiatti dovrà essere infatti valutata nuovamente. Secondo Paolo De Pasquali, uno degli psichiatri che fecero su incarico del tribunale la prima perizia a Chiatti, «un solo fatto è certo, se Chiatti dovesse uscire, il servizio sanitario dovrebbe seguirlo per il resto della vita, accertandosi che Chiatti prosegua sempre le cure che gli sarebbero sicuramente prescritte». Nell’intervista al settimanale Oggi, De Pasquali sostiene che «i periti del giudice di sorveglianza lo ritengono ancora socialmente pericoloso. Per l’atteggiamento di distacco verso le vittime, l’assenza di affettività e di consapevolezza del male commesso. Peraltro, mostra oggi deliri mistici che all’epoca non aveva».

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