La sinistra cavalca l’insulto omofobo. Cicchitto: basta, siete ridicoli

20 Gen 2016 14:43 - di Lisa Turri

Gli insulti di Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, al tecnico dell’Inter Roberto Mancini diventano un caso politico e il motivo è semplice: al di là degli sgradevoli insulti lanciati (per i quali Sarri si è subito dopo scusato) sullo sfondo della lite si staglia il destino del ddl Cirinnà sulle unioni civili. E dunque la parte che si sente più in difficoltà per le forzature che il testo introduce, cioè la sinistra, cavalca in queste ore l’allarme omofobia che scaturirebbe dalle intemperanze di Sarri. Il Gay center chiede una punizione esemplare, il Pd Andrea Marcucci invoca una censura a tutti i livelli, Paolo Ferrero di Rifondazione comunista denuncia il fatto che “di Sarri in Italia ce ne sono troppi”. La loro tesi è che l’Italia sarebbe un paese arretrato e incivile, come le parole di Sarri dimostrano.

Sono già sul tavolo del giudice sportivo Tosel intanto gli atti sulle offese di Sarri a Mancini. Tosel dovrà valutare l’entità delle eventuali sanzioni a Sarri. Si va da una multa o una squalifica breve, in caso le frasi vengano definite “dichiarazioni lesive” fino a una squalifica di “non meno di 4 mesi” se Tosel le riterrà “frasi discriminatorie”.

Il caso è ormai fuoriuscito dai campi di calcio. La politica ci ha messo le mani sopra, Sinistra italiana – tramite un post su Fb di Nicola Fratoianni – sostiene che la vicenda non si può giustificare. Nulla di più orribile, insomma, può accadere nel calcio… Ma è davvero così? Sulla questione interviene Fabrizio Cicchitto (Ncd) provando a instillare un po’ di buon senso: “Per carità non creiamo un caso politico sull’insulto di Sarri a Mancini, certamente del tutto sbagliato, ma gridato nella concitazione di una fase di gioco; evitiamo anche di determinare due pesi e due misure per cui invece gli insulti alle madri, alle mogli e alle sorelle invece sarebbero giustificati. Insomma evitiamo il ridicolo”.

Si scatenano intanto gli utenti dei social che si dividono equamente tra chi parla di un Sarri vergognoso e chi invece se la prende con Mancini perché ha fatto la spia. Di sicuro non una bella pagina per il calcio, per l’agonismo sportivo e in generale per l’immagine un po’ provinciale dell’Italia che scaturisce dall’intera querelle. 

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