Scandalo emissioni, perquisizioni in casa Renault. A picco il titolo

14 Gen 2016 14:48 - di Redazione

Il titolo Renault crolla e trascina nel baratro il settore automobilistico e tutte le Borse europee sulla notizia di perquisizioni nelle fabbriche in relazione a un’indagine per frode. Gli agenti del governo francese hanno sequestrato computer dal sito Renault di Lardy, a sud di Parigi (Francia), che realizza prove sulle emissioni dei veicoli.

Le perquisizioni a casa Renault

La notizia è stata diffusa da Bloomberg che riprende fonti di stampa francese che citano un volantino sindacale della Cgt, secondo il quale quale gli ispettori si sono recati nell’impianto transalpino lo scorso 7 gennaio. L’episodio genera sospetti su un possibile coinvolgimento di Renault nello scandalo sulle emissioni che ha colpito Volkswagen.  I settori oggetto dell’indagine – spiega il sindacato – «riguardano la divisione “omologazione e messa a punto dei controlli sui motori” e lasciano fortemente pensare che queste perquisizioni siano legate alle conseguenze dell’affare dei motori truccati di Volkswagen». La notizia è stata confermata in tarda mattinata anche da Renault. La casa francese ha sottolineato che le indagini «non hanno rivelato la presenza di un software truffa» nei veicoli Renault, ma la Direzione generale per Energia e clima ha deciso di condurre «ulteriori indagini su documenti e parti».

Borsa di Parigi

Crolla Renault sulla Borsa di Parigi. Il costruttore parigino cede il 20% penalizzata da sospetti sul irregolarità nei test sulle emissioni. Il titolo sconta inoltre il calo delle vendite di auto in Russia nel 2015 (-46%), dove il gruppo è esposto con il marchio Autovaz. Secondo la Cgt le perquisizioni hanno riguardato anche gli impianti di Guyancourt (Yvelines), Plessis-Robinson et Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi. La Cgt afferma di essere stata informata dai delegati degli impianti di Lardy e Guyancourt. «Abbiamo interpellato ieri la direzione – afferma il delegato centrale Frank Daoût – ma non abbiamo avuto risposte, siamo tutti sorpresi».

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