Roma, Alemanno non comparirà come imputato al maxiprocesso

21 Gen 2016 19:08 - di Redazione

L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, non comparirà come imputato nel maxiprocesso a Mafia Capitale. Il suo processo non confluirà in quello a carico di 46 persone il 5 novembre scorso davanti ai giudici della X sezione penale. Proprio il tribunale presieduto da Rosanna Ianniello ha respinto, nel corso dell’udienza nell’aula bunker di Rebibbia, l’istanza di riunificazione avanzata dalla Procura. La prima udienza del procedimento a carico di Alemanno, a cui la procura contesta i reati di corruzione e finanziamento illecito, resta fissata al prossimo 23 marzo davanti ai giudici della II sezione così come stabilito il 18 dicembre scorso dal gup. All’istanza della Procura si erano opposti i difensori di Alemanno, gli avvocati Franco Coppi e Pietro Pomanti.

Nel motivare la decisione il presidente Ianniello ha spiegato che il maxiprocesso, che vede 46 imputati, è già incardinato ed é sostanzialmente in una fase avanzata e ciò rende impossibile l’inserimento della posizione dell’ex sindaco. Per il maxiprocesso, infatti, sono state già esaurite le questioni preliminari, si è proceduto all’ammissione delle prove ed è  stata già  avviata l’istruttoria dibattimentale con i primi testi citati dall’accusa e con la nomina dei periti incaricati di trascrivere le intercettazioni. «Con questa decisione – ha commentato Alemanno – potrò chiarire la mia posizione in tempi più brevi, senza dover entrare in un maxi processo che affronta temi a me estranei. Sono ancora più fiducioso nell’operato della magistratura che potrà verificare la mia piena innocenza».

Proprio oggi nel corso dell’udienza è stato sentito il capitano del Ros, Federica Carletti, che ha ricostruito citando una serie di intercettazioni la rete di potere di Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, analizzando anche i suoi rapporti con l’allora sindaco. La procura contesta ad Alemanno di aver ricevuto somme di denaro per complessivi 125 mila euro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta.  In base alla richiesta di rinvio a giudizio i fatti risalgono al periodo 2012-2014.

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