Renzi nei guai: no dei cattolici del Pd e di Forza Italia alle adozioni gay

14 Gen 2016 7:28 - di Redazione

Andrà in aula il 28 gennaio il disegno di legge sulle unioni civili, non più martedì 26. «Uno slittamento tecnico», si affrettano a dire in tanti da dentro il Pd, ed effettivamente non c’è da fare dietrologia in quello slittamento di due giorni fatto per «armonizzare il calendario». C’è tutto il resto, però. C’è che dentro il Pd, a Palazzo Madama, la fronda contraria alla cosidetta stepchild adoption non arretra. Anzi. Di nuovo il gruppo di senatori cattolici — una trentina — che non è d’accordo con l’articolo 5 del testo Cirinnà è tornato a far sentire la sua voce, proprio ieri, subito dopo le dichiarazioni del vescovo Nunzio Galantino, il segretario della Cei, che aveva puntato il dito contro la possibilità di adozione per le coppie omosessuali. Da Montecitorio la voce del Senato si è trasformata in un rimbombo rumoroso. Anche alla Camera, infatti, un gruppetto di deputati democratici sta lavorando per dare battaglia a quella stepchiìd adoption che altro non è se non la possibilità di adottare il figlio biologico del compagno. Al Senato la protesta dei cattolici dovrebbe prendere forma – spiega “Il Corriere della Sera” –  in un emendamento, voluto da alcuni senatori come Stefano Lepri ed Emma Fattorini: prevede che l’adozione si trasformi in affido rafforzato, ma questa è un’ipotesi che la direzione del Pd non vuoi sentire in alcuna maniera.

È stato lo stesso premier Matteo Renzi a ribadire la necessità della stepchild adoption

Ieri è sceso in campo anche il senatore Francesco Verducci per far sentire la voce dei giovani turchi e ribadire che il testo Cirinnà non si tocca in nessun punto e con lui anche un altro senatore della maggioranza Pd, Franco Mirabelli: «È giusto che su alcuni temi ci sia libertà di coscienza ma non ci sarà alcuno stralcio dell’articolo 5». È stata una giornata di riunioni frenetiche fra i democratici ieri in Senato, cattolici in una stanza, renziani in un’altra, giovani turchi in un’altra ancora. In serata, poi, quella ufficiale del gruppo ristretto bicamerale guidato da Micaela Campana. Lì dove, Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, ha cercato una mediazione proponendo di sganciare la stepchild adption dal comma b dell’articolo 4 della legge sulle adozioni. Un modo per differenziarlo dal matrimonio. Ma la mediazione non è piaciuta ai cattolici. Si cerca però di rinserrare le fila ed è per questo che il capogruppo Zanda ha voluto fissare ben due riunioni sul testo Cirinnà prima del suo arrivo in aula, una il 19 e l’altra il 26 sperando di riportare il più possibile tutti sulla linea voluta dal partito.

Forza Italia voterà no al ddl Cirinnà

Un po’ come ha voluto fare ieri anche Silvio Berlusconi con i suoi. Una riunione fiume, quella degli azzurri per discutere di unioni civili: poche le voci fuori dal coro, tutte femminili. E, alla fine, un documento che non lascia spazio alle mediazioni: sarà un «no» deciso sulle unioni civili.

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