“Prima il ddl Boschi, poi le poltrone”: Renzi mette il guinzaglio agli alleati

18 Gen 2016 12:25 - di Giacomo Fabi

È giovedì 21 il termine ultimo in cui si dovrà chiudere il risiko della presidenza delle commissioni parlamentari giunte ormai da tempo al giro di boa di metà legislatura e perciò rinnovabili. La partita è complessa dal momento che si dovrà mettere mano agli assetti di Senato e Camera cui il premier Matteo Renzi ha aggiunto pure alcune caselle la cui copertura spetta al governo. A Palazzo Chigi si dà per certo l’arrivo di Marco Carrai chiamato ad occuparsi di cyber security e di data analytics (sul punto il “forzista” Maurizio Gasparri ha annunciato un’interrogazione parlamentare).

Forza Italia “perderà” Nitto Palma e Matteoli

Ma torniamo alle Commissioni: la partita si chiuderà prima al Senato, primo passo per l’aggiornamento della squadra di governo che potrebbe arrivare entro la fine del mese. Il partito più interessato al valzer di poltrone è ovviamente il Ncd che molto probabilmmente passerà all’incasso della commissione Giustizia seguito, in un secondo momento, dal ministero degli Affari regionali cui dovrebbe andare l’attuale sottosegretario alla Giustizia, Enrico Costa. Il timing degli avvicendamenti – il 21 gennaio cade il giorno dopo l’approvazione al Senato del ddl Boschi sulla riforma Costituzionale – ha fatto insorgere le opposizioni che hanno accusato governo e  maggioranza di mercimonio politico. Ma chi sarà ad uscire e chi ad entrare? Chi è con le valige in mano è sicuramente è l’azzurro Francesco Nitto Palma, che dovrà lasciare lo scranno più alto della commissione Giustizia all’alfaniano Nico D’Ascola. Uguale sorte subirà la commissione Lavori Pubblici, dove Altero Matteoli, Forza Italia, passerà le consegne al renziano Stefano Esposito, proprio quello che da assessore ai Trasporti della giunta Marino ignorava la destinazione del 64. Non è detto tutto però che tutto fili liscio per il Pd, alle prese con equilibri interni molto precari, senza trascurare le richieste che arriveranno a Renzi dai nuovi alleati, i verdiniani di Ala. Una partita, questa, insidiosa per il premier. Verdini ha infatti reclutato adepti in Forza Italia agitando il miraggio di future collocazioni. Dovessero svanire, non pochi ritornerebbero sui propri passi restringendo ulteriormente la striminzita coperta della maggioranza a Palazzo Madama.

Renzi non vuole Bindi all’Antimafia

Difficile invece che sia questa l’occasione per occuparsi della commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi cui  – secondo quanto riferiscono alcune fonti di maggioranza – potrebbe succedere Emanuele Fiano: Il dossier è tuttavia molto delicato e in questa fase a prevalere sono soprattutto i dubbi. Capitolo governo: sono attese le nomine di Enzo Amendola (Pd) quale viceministro agli Esteri, e Teresa Bellanova allo sviluppo economico. Nel mini restyling verrebberipescato anche Antonio Gentile, dimessosi nel giro di qualche giorno agli esordi del governo Renzi a causa di una vicenda legata al figlio. Secondo i boatos di Palazzo, Gentile tornerebbe alle Infrastrutture.

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