Padoan vede “rosa”, ma dietro l’angolo c’è il rischio di una manovra-bis

8 Gen 2016 16:02 - di Marzio Dalla Casta

Vede rosa il ministro Pier Carlo Padoan. Al punto da vergare un tweet in cui descrive un’Italia che (purtroppo) vede solo lui. Eccolo: «Aumentano i redditi, scende la disoccupazione: le riforme strutturali funzionano. Italia usa bene la #flessibilità». In realtà, si tratta sempre del solito giochetto delle tre carte in cui il ministro e il pemier Renzi eccellono: si prendono i dati dell’ultimo trimestre Istat – in questo caso quello del terzo trimestre del 2015 – e lo si compara con quello del trimestre precedente. E poiché l’Italia (purtroppo) viene da una lunga recessione, è chiaro che il segno più è scontato. Passi l’ottimismo, ma il trionfalismo è davvero fuori luogo. Sarebbe come pretendere di dare la medaglia d’oro per il salto in alto ad un atleta solo perché ha superato un’asticella fissata a 50 centimetri. Diverso sarebbe infatti se paragonassimo i nostri dati con quelli delle altre economie europee. Provi a farlo Padoan e vediamo se poi lo posta un tweet come quello sopra riportato.

L’Istat: reddito disponibile + 1,3 per cento

Nel dettaglio l’Istat ha reso noto che il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell’1,3 per cento sul trimestre precedente e dell’1,5 per cento sul 2014. In più è anche aumentata di quasi un punto (0,9) la propensione al risparmio delle famiglie, ora al 9,5 per cento. In crescita pure la spesa (+0,4) sul trimestre precedente e +1,2 per cento sull’anno. Bene anche il potere d’acquisto: +1,4 per cento e +1,3 per cento, aumento maggiore dal 2/o trimestre 2007.

Le “cicale” Renzi e Padoan nel mirino della Ue

Quel che Padoan e Renzi dimenticano o fingono di dimenticare è che sul nostro Paese pesa (purtroppo) il recente richiamo del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha di fatto diffidato l’Italia dall’«esagerare» nell’utilizzo della «flessibilità». Il governo di Roma – ha spiegato Dijsselbloem – «ha chiesto varie flessibilità, per le riforme strutturali, per gli investimenti, per i migranti». Ma la flessibilità – ha ricordato – «si può usare una volta sola. Non si può esagerare». Per poi concludere che la Commissione «farà una valutazione ex-post». Un avvertimento a dir poco sinistro, questo di Dijsselbloem, perché prefigura uno scenario da manovra correttiva che potrebbe cadere sulla testa della “cicala” Renzi, la cui legge di stabilità largheggia in deficit, in piena campagna elettorale per le amministrative. E lì, si capisce, il rosa non ci mette niente a trasformarsi in nero.

 

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