Niente panettone di Natale per Totò Riina. E il boss si lamenta

7 Gen 2016 17:52 - di Redazione

È il giorno di Natale e Totò Riina ricoverato all’ospedale di Parma per una crisi respiratoria appare curioso di conoscere il menù della giornata. Dal lettino d’ospedale a Riina l’unica cosa che sembra interessare è avere il panettone a Natale. Il boss a volte immagina di poter ricevere lo stesso trattamento che aveva durante la sua latitanza, quando ogni suo desiderio doveva essere subito esaudito dai suoi sudditi. Ma per lui niente panettone e il boss si lamenta. Il racconto del Natale del boss in ospedale è pubblicato da l’Espresso. L’Espresso parla anche di Bernardo Provenzano: anche lui ha trascorso il Natale in ospedale. Per mantenere in vita Provenzano è necessario che prosegua il suo ricovero in isolamento nella camera di sicurezza allestita al San Paolo di Milano. Se il boss venisse collocato in un reparto ospedaliero comune, la sua sopravvivenza – come sostengono i giudici della Cassazione – sarebbe a “rischio”, per la “promiscuità” dell’ambiente. La sua situazione, comunque, è molto lontana da quella di Riina, ritenuto ancora in grado di nuocere, scrive il settimanale. Intanto Riina non deporrà al processo per la strage di via d’Amelio, in corso davanti alla corte d’assise di Caltanissetta, dove è citato come teste. Lo ha comunicato il suo legale, l’avvocato Cianferoni, sostenendo che il capomafia, recentemente ricoverato in ospedale e poi dimesso, soffre di gravi problemi neurologici tanto che non riesce nemmeno più a scrivere. Il difensore di Riina ha comunque precisato che il suo cliente ha intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto imputato di reato connesso. Dopo le comunicazioni dell’avvocato i pm Gabriele Paci e Stefano Luciani hanno rinunciato all’esame di Riina. Nel processo per l’attentato del 19 luglio ’92, costato la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti di scorta, sono imputati per strage Salvo Madonia e Vittorio Tutino, mentre rispondono di calunnia Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci.

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