Mafia, Montante accusato da 4 pentiti. Perquisita Confindustria Sicilia

23 Gen 2016 17:14 - di Domenico Labra
Antonello Montante

Monta il caso Antonello Montante in Sicilia. Monta come panna, anche se panna non è. Perché è mafia. Almeno per la Procura di Caltanissetta. Montante di professione è imprenditore. Nonchè presidente di Confindustria Sicilia. Nella cui associazione s’è pure regalata la delega specifica alla legalità. E così ci sarebbe da ridere, se invece non ci fosse da piangere. Legalità, lotta al racket e a tutte le mafie. Sempre in prima fila contro le cosche, contro le infiltrazioni, le collusioni. E bla, bla, bla. E chi più ne ha più ne metta. Antimafia ovunque. Dappertutto. Fino al patatrac. Fino all’emergere delle inchieste. Fino alle accuse circostanziate. Esplicite. Uno, due, tre, quattro pentiti. Tutti a dire e dichiarare. Tutti contro questo imprenditore che della lotta alla mafia ha fatto il suo fiore all’occhiello. Antonello Montante è nel mirino dei magistrati da tempo. Da oltre un anno. Nonostante avesse lanciato -con l’attenzione di tutti i media- una sfida alla mafia, con tanto di codice etico per le aziende. Proponendo in più l’espulsione per quelli che non avessero denunciato il pizzo. Un professionista dell’antimafia. Tipo che se Leonardo Sciascia fosse ancora tra noi, s’accenderebbe una sigaretta e sospirerebbe amaro. Cosicchè ha buon gioco adesso Claudio Fava a chiedere a Squinzi e ai vertici nazionali di Confindustria provvedimenti immediati: “La sospensione di Antonello Montante da tutti i suoi incarichi istituzionali, a partire da quelli che ha conservato in Confindustria nazionale, è oggi un atto di decenza dovuto. L’indagine nei suoi confronti per concorso in associazione mafiosa, adesso formalizzata, è partita un anno fa senza che i vertici della sua associazione abbiano mai sentito l’urgenza di una parola preoccupata o dubbiosa. Ci auguriamo che il presidente Squinzi rilevi subito l’inopportunità’ di conservare l’incarico di responsabile per la legalità a un indagato per mafia”.” Siamo stanchi di un uso strumentale della lotta alla mafia” ha chiosato, a sua volta, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Gli avvocati di Montante si dicono certi che il loro assistito possa chiarire in breve tempo. Vedremo. Ma, forse, per la Sicilia l’indagine della Procura di Caltanissetta può rappresentare una svolta. L’inizio della fine dell’era dei professionisti dell’Antimafia. Quelli che Sciascia denunciò. Invano.

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