Lerner becero con Salvini: “Non era in Corea mentre scoppiava la bomba? Peccato…”

6 Gen 2016 15:26 - di Corrado Vitale

Attacco becero di Gad Lerner contro Salvini. Il Gad “politicamente corretto” augura in pratica al leader della Lega di finire in mezzo a un fungo atomico. Che volete farci, gli intellettuali  della sinistra oltranzista sono fatti così: buonisti con chi la pensa come loro, cattivisti con chi invece dissente dai loro teoremi ideologici. Ecco allora che le buone maniere e il bon ton dei salotti radical chic vanno a farsi benedire. Il nuovo caso nordcoreano, con l’esplosione di una bomba termonucleare a idrogeno annunciata da Pyongyang, innesca infatti  un botta e risposta via Twitter tra Gad Lerner e Matteo Salvini. Sullo sfondo, i viaggi in Corea del Nord del segretario della Lega Nord e del senatore Antonio Razzi e l’emergenza migranti, cavallo di battaglia di Salvini. Il primo attacco, pesante, viene appunto da Lerner che in un tweet scrive: “Esplode bomba all’idrogeno in Corea del Nord e provoca terremoto. Peccato che Salvini e Razzi non si trovassero nella loro patria elettiva”. La risposta del leader leghista non si fa attendere: “L’intellighenzia di sinistra non si smentisce mai! Ciao Gad, salutami la tua patria elettiva popolata da Rom e clandestini”. Gad Lerner, si sa, è un polemista nato. Ebbe da ridire anche, pochi mesi fa, quando il padre di Alessandro Di Battista, Luigi, si dichiarò “fascista” in una intervista. Subito Lerner corse a precisare in una nota sui social che il Di Battista  “rappresenta l’anima  di sinistra, per così dire, del M5S”, mentre Luigi Di Maio avrebbe  assunto – a suo dire-  un “profilo sicuramente più vicino a quello del centrodestra”. Poi però Lerner attaccò  anche il giovane esponente grillino. “Di Battista si è poi gradualmente rimangiato il profilo più progressista rivendicato a inizio legislatura, quando il M5S puntava sulla fuoriuscita dei voti dal Pd, indebolito dalla doppia  sconfitta”. Insomma, tutto si misura, per Lerner, con la vicinanza o meno ai teoremi progressisti. E’ questo il vero canone del buonismo della sinistra.

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