Il legale scelto dal fuggiasco Salah: difendo tutti, ma non gli estremisti di destra

14 Gen 2016 17:12 - di

Si torna a parlare del superlatitante Salah Abdeslam, dato per molti già in Siria all’indomani degli attentati del 13 novembre, e invece verosimilmente rimasto in Belgio, o comunque in Europa. Il ricercato numero uno per le stragi di Parigi, avrebbe infatti contattato un avvocato, il celebre penalista belga Sven Mary. Lo riferisce una fonte attendibile riportata dall’agenzia Belga. «Il legale non ha voluto commentare», scrive da parte sua il quotidiano di Bruxelles Le Soir. Lo scorso dicembre Sven Mary aveva offerto la propria disponibilità a difendere l’attentatore di Parigi, riferisce Le Soir: «Se domani mi sollecitasse, accetterei di essere il suo avvocato», disse in un’intervista, spiegando di voler «lottare contro l’arbitrarietà e l’abuso di potere». Mary, ricorda Libération, è già il difensore di Mehdi Nemmouche, il terrorista francese legato all’Isis ritenuto autore della strage al Museo ebraico di Bruxelles nel maggio 2014, poi arrestato in Francia. In un’intervista Sven Mary disse che avrebbe difeso chiunque, perché tutti hanno diritto a una difesa, sottolineando però che non avrebbe mai accettato di difendere elementi di estrema destra…

Gli ultimi spostamenti del superlatitante Salah Abdeslam

Nelle ultime ore inoltre si è appreso che sono tre i “covi” che gli attentatori di Parigi hanno utilizzato in Belgio per preparare gli attacchi del 13 novembre. Uno si trova a Bruxelles, a rue H. Bergé nel quartiere di Schaerbeek, un altro a rue du Fort a Charleroi e una casa a rue Radache ad Auvelais, provincia di Namur. Diversi media riportano che Abaaoud, morto nell’assalto al covo di Saint Denis, si era nascosto proprio in una casa a Charleroi poco prima degli attentati. Secondo il procuratore federale, l’appartamento di Schaerbeek è stato affittato sotto falsa identità, a nome di Fernando Castillo, il primo settembre 2015 e per un periodo di un anno. In questo covo sono stati ritrovati materiale esplosivo, una bilancia di precisione, tracce dell’esplosivo artigianale Tatp, cinture, uno schema disegnato a mano che rappresenta una persona con una cintura esplosiva. Inoltre, vi era un’impronta digitale di Salah Abdeslam e tracce di dna di Bilal Hadfi. La casa di Auvelais, invece, era stata affittata per un anno il 5 ottobre 2015 a nome di Soufiane Kayal. Questa stessa falsa identità è stata utilizzata da una delle due persone prese da Salah a Budapest il 9 settembre 2015 e portate a Bruxelles, ha precisato il procuratore federale. E sempre in queste ore sono spuntate le prime foto della fuga di Salah Abdeslam. Nelle immagini della videosorveglianza, svelate da Bfm-Tv, si vede il terrorista in un’area di servizio vicino al confine col Belgio poche ore dopo la strage. Sono le 9.45 del mattino. Salah sembra disteso, le mani in tasca. Dodici ore prima partecipava ai sanguinari attentati che hanno causato la morte di 130 persone tra i locali di Parigi e lo Stade de France a Saint-Denis. Al suo fianco, i due amici che da Bruxelles sono andati a prenderlo nella notte a Parigi per riportarlo in Belgio, Mohammed Amri, ritratto mentre fa il pieno alla Golf, e Hamza Attou, 21 anni. Secondo l’avvocato di uno dei complici, i tre avevano appena fumato uno spinello. Durante il viaggio Parigi-Bruxelles la polizia li ha fermati per ben tre volte ma lasciandoli sempre liberi di andare. In quel momento il nome di Salah non era ancora legato ai massacri appena perpetrati nella capitale della Francia. Poco prima delle dieci la Golf riprende il cammino verso Bruxelles. Abdeslam verrà depositato nel comune di Laeken, alle porte della capitale. Da allora di lui si sono perse le tracce. Fino a oggi.

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