L’accusa della Corte dei Conti della Ue contro Nichi Vendola: fondi sperperati

22 Gen 2016 19:11 - di Paolo Lami

La Regione Puglia finisce nel mirino della Corte dei Conti della Ue che l’accusa apertamente di aver mal speso le risorse per lo sviluppo rurale nel periodo 2007-2013 – quando cioè il Governatore era Nichi Vendola – destinate a progetti agro-ambientali, i cosiddetti Nip, cioè gli “investimenti non produttivi“.
Al termine di una lunga e puntigliosa analisi che ha fatto i conti in tasca alla Regione amministrata dal Centrosinistra, gli esperti dell’audit della Ue hanno riscontrato «costi irragionevolmente elevati» e un alto tasso di aiuto – addirittura il 100 per cento della spesa ammissibile – per il ripristino dei muretti a secco, tradizionali dei metodi colturali e che in Puglia si sono aggiudicati il 97 per cento di questo tipo di finanziamenti dello sviluppo rurale, che includono fondi Ue e nazionali.
Si tratta di cifre enormi, considerando che nel 2009 per un totale di ben 602 domande accolte per i muretti a secco sono stati spesi 42,7 milioni di euro.
Nella loro valutazione in Puglia, gli auditor hanno rilevato che i costi giustificati dalla Regione guidata da Vendola erano sistematicamente uguali al costo unitario massimo ammissibile.
In tre casi specifici sui sei esaminati i beneficiari non avevano neanche i requisiti per accedere ai fondi e in quattro casi su sei le fatture presentate non fornivano informazioni che potessero consentire di stabilire quanti muretti fossero stati ripristinati e la sede dei lavori.
La relazione della Corte dei Conti della Ue interessa quattro Stati membri che, nel loro insieme, hanno pesato per l’80 per cento della spesa totale di 860 milioni di fondi pubblici per i Nip nel periodo 2007-2013: Portogallo, Danimarca, Regno Unito (Inghilterra) e Italia (Puglia).
La conclusione amara è che solo cinque dei 28 progetti valutati, il 18 per cento, in definitiva, dei quattro Paesi fra luglio 2014 e aprile 2015 sono risultati efficaci in termini di costi e tre quarti «troppo onerosi». Un atto d’accusa inappellabile per l’amministrazione di centrosinistra guidata da Nichi Vendola. Che ora rischia di dover rifondere quei soldi.

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