Su Giachetti a sinistra già si litiga. Vendola: no alla renzizzazione di Roma

16 Gen 2016 19:10 - di Lisa Turri

Dopo il “no” di Walter Tocci – parlamentare ed ex assessore di primo piano di centrosinistra a Roma – c’è una parte del Pd che continua a ragionare su chi schierare alle primarie contro Roberto Giachetti. E i nomi che circolano sono vari: dagli ex assessori comunali Paolo Masini e Estella Marino (giunta Ignazio Marino) fino ai deputati dem Marco Miccoli e Roberto Morassut. Ma c’è chi ipotizza anche la discesa in campo di un presidente di Municipio romano, come Sabrina Alfonsi o Valerio Barletta. Interpellato in merito, a margine del convegno organizzato da cinque donne del Pd, Miccoli ha risposto: “C’è voglia di partecipazione, c’è un campo largo che non si riconosce in questo metodo, in come è stata posta la candidatura di Giachetti. C’è un mondo a cui non piace la sponsorizzazione immediata prima del programma di autorevolissimi esponenti del Pd, da Renzi a Zingaretti, da Orfini a Bettini e Melilli. C’è un campo che si riconosce nelle buone cose fatte da Marino, nella sinistra diffusa romana dentro e fuori dal Pd, nelle esperienze associative e di movimento. Tutto questo rischia di restare fuori. Se Orfini ci fa capire la tempistica e il regolamento iniziamo a ragionare”.

Su Giachetti i fulmini di Sel e l’ironia di Storace

La candidatura di Giachetti dunque crea scompiglio nel Pd e a sinistra. E per un Francesco Rutelli che si inorgoglisce, ricordando che Giachetti è stato un suo uomo (era capo di gabinetto quando Rutelli era sindaco di Roma) c’è un Nichi Vendola che lancia l’allarme: “Con Giachetti il Pd punta alla renzizzazione di Roma”. Il riferimento è all’endorsement di Matteo Renzi che ha parlato di Giachetti come di un candidato “ideale”: uno “che conosce Roma come pochi altri”. Battuta sulla quale ironizza Francesco Storace: “Giachetti conosce sicuramente Roma, talmente bene che la prima volta che è diventato deputato, è dovuto andare nelle Marche a farsi eleggere, perché qui non lo votavano. Questo non aiuta”. E le prime scintille tra il Pd e Vendola si sono viste su Twitter, dove il commissario romano dei democratici Matteo Orfini ha replicato al leader di Sel, difendendo la discesa in campo di Giachetti: “Caro Vendola, tu puoi scegliere nel chiuso di una stanza un candidato, mentre uno che si candida alle primarie divide?”. Sel non ha gradito l’attacco di Orfini alla scelta di far schierare Stefano Fassina e ha così risposto, tramite Marco Furfaro della segreteria nazionale: “Sbaglio o chi ci fa lezioncina sui social è la stessa persona che nel chiuso di una stanza decise di dimissionare dal notaio il sindaco eletto dai cittadini romani?”

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