Faccia a faccia con la Cancelliera. Renzi a Berlino abbassa le penne

29 Gen 2016 16:06 - di Alessandra Danieli

«C’è uno spirito europeo che ci unisce». Ha scelto il passo felpato, come era prevedibile, Matteo Renzi in visita a Berlino per l’incontro a due con Angela Merkel. Dopo settimane di scontri a distanza con il commissario europeo e di dispetti alla Cancelliera (che ha risposto tramite la portavoce Christianie Wirts), il premier italiano ha giocato la carta delle cose che uniscono Roma e Berlino, lasciando sullo sfondo i motivi di attrito.

Renzi e frau Merkel

«Il tempo a disposizione è stato poco ma si è trattato di colloqui veramente amichevoli», sono non a caso le prime parole pronunciate dalla Merkel al termine dell’incontro. «Il premier Renzi è partito con una agenda di riforme molto ambiziosa e il Jobs Act si muove nella direzione giusta. Il successo di queste riforme sarà un contributo importante all’Europa e all’Italia», ha aggiunto nella conferenza stampa di rito insieme a Renzi. Tanti gli argomenti sul tavolo, dall’immigrazione allo sviluppo economico. «Abbiamo parlato anche della questione dei profughi e dell’accordo con la Turchia, la cui attuazione è urgente». Tra gli impegni l’organizzazione di una con conferenza bilaterale – ha annunciato la Merkel – sui temi economici, che si occupi di industria, digitalizzazione, potenziamento della banda larga, in modo da garantire maggiori sinergie economiche tra i due Paesi».

L’allarme rifugiati

Parlando di rifugiati, sotto il pressing delle polemiche sulla chiusura delle frontiere adottata da alcuni paesi del Nord-Europa, la Cancelliera tedesca ha puntato i riflettori sulla necessità di «combattere l’illegalità, il traffico di esseri umani e trasformare tutto questo in legalità». Che tradotto significa «l’avvio di una lotta efficace contro gli scafisti». Renzi rettifica: «Più che scafisti sono schiavisti e noi siamo pronti a fare ogni tipo sforzo in questa direzione e pronti a superare le incomprensioni che pure ci sono state». Felpato sì ma senza rinunciare all’autocelebrazione. «Per la prima volta non sono qui con un elenco di promesse ma con un elenco di riforme e risultati. L’Italia non è più un problema per l’Europa», ha detto Renzi, «con la Germania «non siamo d’accordo su tutto, anche perché veniamo da diverse famiglie politiche. Ma crediamo insieme che combattere la disoccupazione è combattere il populismo. Il nostro avversario è lo stesso».

Flessibilità: decide la Commissione

Sui conti dell’Italia questa volta la Merkel glissa. «La cosa bella è questa. Che anche quando si tratta della comunicazione della flessibilità, entrambi accettiamo che ci siano interpretazioni della Commissione divergenti», ha detto la Cancelliera tedesca, «non mi immischio in queste cose. È compito della Commissione decidere l’interpretazione».

Se l’Europa perde Schengen perde se stessa

Un lungo passaggio è stato dedicato dall’inquilino di Palazzo Chigi al Trattato di Schengen. «Se l’Europa perde Schengen perde sé stessa: ogni sforzo che possiamo fare per mantenere vivo l’ideale europeo va fatto insieme», ha chiarito Renzi confermando le critiche italiane al blocco della libera circolazione all’interno dell’Unione europea. Sul finanziamento al governo turco per l’emergenza siriana Renzi ha confermato la posizione espressa qualche settimana fa: «Siamo volenterosi di fare la nostra parte. Non abbiamo nessuno problema né con la Turchia né con la Germania – ha detto – stiamo aspettando che le istituzioni Ue ci diano alcune risposte su alcuni quesiti formulati  sul modo di intendere e concepire questo contributo».

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