Europa, nuovo schiaffo a Renzi. Via l’unico italiano del gabinetto Juncker

5 Gen 2016 17:15 - di Karim Bruno

In Europa il governo Renzi conta poco o nulla. E così l’Italia incassa un nuovo schiaffo, perdendo un’altra pedina in un posto chiave. L’unico italiano presente nel gabinetto di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, l‘esperto giuridico Carlo Zadra (nel riquadro piccolo), si è dimesso dopo una serie di contrasti col capo gabinetto Martin Selmayr, culminati con l’ attribuzione delle deleghe di Zadra ad un britannico. Un fatto “inaccettabile”, ha detto il sottosegretario Sandro Gozi. L’Italia ha chiesto con forza che la “casella” nell’ esecutivo Ue resti italiana: “Iniziare il 2016 senza un italiano non faciliterebbe certo i rapporti con l’Italia”. “Carlo Zadra è un ottimo funzionario, che conosco dai tempi in cui era al gabinetto Reding e con cui ho sempre lavorato molto bene” afferma il sottosegretario per gli affari europei. Già ieri Gozi era intervenuto direttamente per evitare che non ci sia alcuna presenza italiana nel gabinetto del presidente della Commissione europea, crocevia di tutte le decisioni dell’esecutivo di Bruxelles. “Per noi è essenziale che un membro di nazionalità italiana sia nel gabinetto Juncker”, afferma Gozi specificando di aver “già fatto ieri questa richiesta al capo di gabinetto, Martin Selmayer“. “Juncker – conclude Gozi – non ha nessun obbligo giuridico di avere determinate nazionalità nel suo gabinetto. Ma iniziare il 2016 senza un italiano non faciliterebbe certo i rapporti con l’Italia. Ancora una volta è una questione di opportunità politica”. Le dimissioni di Zadra, che aveva – tra l’altro – le deleghe su migrazioni, giustizia e affari interni, sono maturate dopo una serie di scontri cominciati già all’inizio del 2015, caratterizzati dai ‘modi dispotici’ di Selmayr. Ma a far maturare la decisione del funzionario italiano è stata la scelta del potente capo (tedesco) del gabinetto Juncker di nominare il britannico Michael Shotter “esperto giuridico senior” affidandogli il “coordinamento strategico” sulle materie già delegate a Zadra. La nomina è stata fatta poco prima di Natale, dopo il duro confronto tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel nel Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre. La scelta dei 13 membri del gabinetto del presidente non deve giuridicamente rispettare criteri di provenienza, perché i funzionari sono formalmente indipendenti dai paesi di origine.

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