La Boschi non si tocca: «Fuori Giannini da Ballarò». Ecco la Rai di Renzi

28 Gen 2016 11:18 - di Guglielmo Federici

Ed ora fuori Massimo Giannini. Siamo a una fase cruciale della guerra aperta tra i renziani di ferro – capeggiati dal segretario della Vigilanza Michele Anzaldi – e la Rai non asservita, quella che osa criticare l’operato di Renzi. Siamo al delitto di lesa maestà contro Ballarò e il suo conduttore, di cui ora Anzaldi, più renziano di Renzi, chiede la testa. Signori, se non siamo alle epurazioni, poco ci manca. Benvenuti nella nuova Rai di Renzi. Giannini – conduttore di Ballarò – è colpevole per avere affermato nel corso del talk-show di Rai tre che  «sul caso Boschi-Banca Etruria c’è un “rapporto incestuoso”». Quello che è sotto gli occhi di tutti, per il pasdaran renziano «è un’affermazione vergognosa, che avrà risvolti giuridici pesanti. Mi auguro che Boschi lo quereli». Anzaldi – che è la voce ufficiale del Pd in Rai – non si ferma al conduttore: «Giannini stesso, ma anche Maggioni (presidente Rai), Verdelli (direttore editoriale Rai) e Vianello (direttore di Raitre). Qualcuno mi spieghi perché i super dirigenti Rai che guadagnano quattro volte più del premier non intervengono», dice intervistato dalla Stampa.

“Via da Ballarò e dalla Rai»

Poi Anzaldi tenta un parallelismo: per supportare l’“editto bulgaro” del Pd, tira in allo  il licenziamento di Azzolini, colpevole della figuraccia del Capodanno anticipato e delle bestemmie in diretta: «Hanno mandato a casa Azzolini per molto meno… », dice, chiedendo, dunque, lo stesso pugno di ferro per Ballarò, ossia il licenziamento di Giannini. Toccare il ministro Boschi è un reato grave per il Pd, quindi, Ballarò «non è più una trasmissione di qualità». Poi Anzaldi afferma un’altra assurdità, quando sostiene che i servizi sulle banche mandati in onda sono “destabilizzanti”. Sentite perché:  «Il servizio pubblico dovrebbe tranquillizzare chi ha perso i propri risparmi, non fomentare».  Morale: per il Pd compito della Rai sarebbe quello di tranquillizzare gli italiani tenedoli all’oscuro delle trame poco trasparenti – per usare un eufemismo – di alcune banche. E per far questo, il servizio pubblico dovrebe nascondere le notizie. In pratica non informare, dire mezze verità e, soprattutto, parlare bene della famiglia Boschi al completo. In una parola, essere asservito al premier. Quel che sotto Berlusconi avrebbe scatenato una guerra civile ora diventa uno stile di governo, una pretesa di potere. Siamo al regime?

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