“Basta spacciatori”: a Bologna raid punitivo contro i pusher africani

23 Gen 2016 12:13 - di Valeria Gelsi
raid contro pusher

Non la solita rissa tra bande rivali, ma una vera e propria spedizione punitiva contro gli spacciatori africani che infestano la zona. A Bologna non hanno dubbi su quanto accaduto l’altra sera nella difficile periferia della Bolognina, un quartiere in cui ogni mattina si contano i danni delle scorribande notturne e ogni giorni si fanno i conti con la convivenza con pusher e gang.

Il racconto dei testimoni: «Italiani in azione contro i pusher»

Secondo quanto riferito dai testimoni, un gruppo di sette, otto persone, con giubbotti scuri, cappelli e sciarpe a nascondere i tratti del viso,  ha fatto irruzione nelle strade dello spaccio, tra via Bolognese e via Fioravanti, e ha iniziato a malmenare gli spacciatori. «Sono sceso dalla macchina e un ragazzo chiaramente italiano e con il volto coperto mi ha detto di stare fermo e non immischiarmi», ha raccontato  Francesco Nadalini del Comitato “Azione Bolognina” al Resto del Carlino. «Erano tutti bianchi, italiani, avevano i tirapugni e le mazze. Alcuni di noi sono stati accecati con lo spray negli occhi e poi presi a botte. Un senegalese di cinquant’anni è stato buttato a terra e picchiato», sono state poi le lamentele di un pusher anonimo affidate al quotidiano bolognese.

La procura apre un fascicolo per lesioni e percosse

Benché nessuno, a quanto risulta, abbia sporto denuncia o chiamato i soccorsi, la vicenda, che ha riacceso il dibattito sullo stato di abbandono della zona, è presto rimbalzata all’attenzione della procura, che ha deciso di aprire un fascicolo per lesioni e percosse. «Gli spacciatori sotto casa esasperano e creano risentimento», ha ammesso il procuratore Valetr Giovannini, secondo il quale però «non è tollerabile la giustizia fai da te». «Piuttosto chi può – è stato il suggerimento del magistrato – li fotografi mentre spacciano, da distanza di sicurezza, e invii le foto alle forze dell’ordine o alla Procura: in questo modo si può veramente aiutare chi deve fare le indagini».

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