Afghano tortura la moglie e le mozza il naso con un coltello

18 Gen 2016 17:06 - di Robert Perdicchi

Orribili brutalità, nel segno del maschilismo e della prevaricazione. L’ultima notizia di una terribile violenza ai danni di una donna arriva dal nord dell’Afghanistan, dove ha mozzato il naso della moglie con un coltello dopo aver cercato di ucciderla con una pistola per una banale scusa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Pajhwok, che ha raccontato la storia di Reza Gul, di 20 anni: la donna ha detto alla polizia che il marito la sottoponeva a torture e umiliazioni da quando si erano sposati sei anni prima. Il caso ricorda quello di Aisha Bibi, diventata famosa per una copertina del settimanale “Time” (nella foto). L’incidente è avvenuto nella provincia nord occidentale di Faryab. La donna è stata soccorsa dai genitori attirati dalle sue urla. L’hanno portata nell’ospedale locale che però non è attrezzato per curarla. Sarà quindi trasferita a Kabul. L’uomo era tornato a casa dopo un anno in Iran dove era emigrato per lavoro. «La notte scorsa – ha raccontato la giovane sotto shock – ha tentato di spararmi, ma per fortuna la pistola si è inceppata. Allora si è infuriato e mi ha tagliato il naso con un coltello». La madre della vittima, Zar Gul, ha accusato il genero di praticare tremende torture sulla figlia. «Non auguro neppure al mio peggior nemico gli orrori che ha subito mia figlia». Ha quindi chiesto alla polizia di arrestare l’uomo e di consegnarlo alla giustizia. Un altro parente ha raccontato che la donna era sottoposta regolarmente a brutali violenze sempre per stupidi motivi. «Una volta – ha detto – ha anche tentato di sfigurarle il volto con un rasoio». Il caso è stato denunciato anche dalla Commissione indipendente per i diritti umani dell’Afganistan (Aihcr) che ha chiesto l’apertura immediata di un’inchiesta e un mandato di cattura per il marito violento. L’incidente ricorda quello successo nel 2009 alla giovane Aisha Bibi, anche lei una “sposa bambina”, salvata per miracolo dai militari Usa dopo che i parenti le avevano mozzato il naso e anche le orecchie. In un primo momento furono accusati i talebani, ma un anno dopo emerse che si trattava di un episodio di “violenza domestica”. Il suo caso, immortalato in un celebre scatto del sudafricano Jodi Bieber e pubblicato dal settimanale britannico Time, scatenò una polemica sul fallimento dell’invasione americana e sul ritorno dei talebani in Afghanistan.

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