Adozioni gay, Grasso a gamba tesa: “Sono un dovere”. Nientemeno…

10 Gen 2016 12:54 - di Mariano Folgori

Adozioni gay, il presidente del Senato Pietro Grasso entra a gamba tesa in un tema scottante e che spacca il mondo della politica. Spacca la politica, ma non l’opinione pubblica italiana, che non è certo a favore dei “matrimoni” gay e che è orientata, come dimostrano tutti i sondaggi, a rivendicare, per ogni minore, il diritto di avere un papà e una mamma come natura vuole. Grasso, come seconda carica dello Stato, dovrebbe astenersi dall’intervenire su argomenti tanto delicati. Invece no. Quanto dichiara in una intervista al quotidiano La Stampa lascia non poco sconcertati. Innanzi tutto, per quanto riguarda le unioni civili, dice che  “è venuto il tempo di prendere atto della realtà sociale e riconoscere piena cittadinanza ai diritti delle coppie omosessuali. Nessuno va a toccare i diritti di chi già ne ha. Semmai si cambia la vita a chi finalmente se li vede riconoscere”. E qui siamo alle solite argomentazioni del politicamente corretto egemone presso le élites politico-culturali. Ma  è sulle adozioni gay che Grasso ci lascia basiti. Sarebbero addirittura un dovere… Stepchild adoption, “tradotto in italiano – dice Grasso – fa meno paura perché significa prendersi cura del figlio del partner, ad esempio in caso di morte del genitore naturale. Più che un diritto, a me sembra un dovere”. In realtà le Stepchild adoption sono adozioni gay in piena regola. La forza del politicamente corretto sta tutta nell’adattare all’ideologia il significato delle parole.

Dopodiché Grasso riassume i toni della terzietà istituzionale. “La campagna referendaria non si trasformi in un plebiscito pro o contro qualcuno, prescindendo dai contenuti della riforma. Le parti politiche dovrebbero evitare la barbarie dello scontro esasperato e personalizzato, che porterebbe a delegittimare le istituzioni indipendentemente dal risultato”. Grasso mette in guardia contro i rischi di un dibattito male impostato: “Se la campagna referendaria sarà concentrata solo sui risparmi che si potranno ottenere con la riforma, anziché sulle tante novità introdotte, può succedere che aumenteranno i toni fino a mettere in discussione la legittimità passata, presente e futura del Senato, al limite del vilipendio. Sostenere che il Senato non è mai servito a nulla sarebbe un’offesa alla storia di questa istituzione”. Istituzionale, Grasso, anche sull’utero in affitto, “la maternità surrogata riguarda per la quasi totalità coppie eterosessuali. E comunque in Italia è un reato e tale resterà. Poco c’entra con le unioni civili”. Non poteva mantenersi su questi toni anche sui temi  eticamente più delicati?

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