Acca Larenzia, il consigliere “non condanna” in nome dell’antifascismo

22 Gen 2016 12:52 - di Riccardo Arbusti

Il consigliere comunale di Terralba (Oristano) Alessandro Cauli, ex di Rifondazione, dovrà rispondere in consiglio comunale del suo atteggiamento sui social: ha infatti dato il suo assenso, con un like, ad un post che ricordava l’eccidio di via Acca Larenzia. Il post era del Coordinamento antifascista cagliaritano ed era composto da una foto della prima pagina del Tempo che riferiva della strage davanti alla sede missina commentata da una scritta inequivocabile “10 100 1000 Acca Larenzia”. La mozione contro Cauli è stata presentata da Giacomo Dessì, Bernardino Taris, Giuliano Oliva e Gianpaolo Atzori e propone una censura da parte del consiglio del comportamento di Cauli, al quale si chiede invece di chiarire la sua posizione rispetto all’omicidio di tre ragazzi che avevano meno di vent’anni. Cauli, attaccato per la vicenda dal sito admaioramedia ha in un primo momento sostenuto che non ricordava bene quale fosse la vicenda di Acca larenzia, di avere messo cioè quel “like” con “leggerezza”. In ogni caso non ha ritenuto di fare marcia indietro o di sconfessare quel suo gradimento perché, sempre a suo avviso, “l’antifascismo è ancora doveroso sia da un punto di vista politico sia da un punto di vista teorico”. Ecco cosa ha scritto sul sito online Il manifesto sardo a proposito di quel like scomodo: “Personalmente non ritengo di dover rispondere dei commenti scritti da altri, lo faranno loro se lo riterranno necessario. E non ritengo di dovermi “pentire” di un like (messo forse con leggerezza ma per un determinato motivo tecnico) su facebook. Penso che i neofascisti che oggi si atteggiano a verginelle innocenti rispetto alle porcate di quel periodo dovrebbero ammettere una volta per tutte a che tipo di giochi si sono prestati tanti di loro (Vincenzo Vinciguerra docet) in quel periodo. È stato versato sangue innocente anche nel loro campo (Acca Larentia, Primavalle, ecc) ma le cose sono più complesse di come amano raccontare (una delle vittime in questo caso fu uccisa da un carabiniere). Penso anche che i fascistelli che si riducono ad attaccare e calunniare il prossimo su facebook solo perché non fanno e non sanno più fare politica fuori dai social network e da (qualche) istituzione siano il sintomo di una malattia più grande che riguarda molti”. Tanti giri di parole per evitare di arrivare al punto: una condanna netta, inequivocabile e senza se e senza ma dell’eccidio di via Acca Larenzia. E’ così difficile? Gli costa così tanto?

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