Il Viminale alle forze dell’ordine: “Censurate i crimini degli immigrati”

23 Ott 2015 12:46 - di Carlo Marini

Sei un delinquente italiano? Il tuo nome e la tua faccia possono apparire sui giornali e in tv. Sei un delinquente proveniente dall’Africa o dal Medioriente? Il tuo nome non deve apparire sui giornali ed è meglio non far risultare il crimine. A rivelare la censura del Viminale relativa ai crimini degli immigrati è Il Giornale, che ha intervistato un anonimo sindacalista delle forze di polizia. «Non esiste una circolare interna – racconta il sindacalista torinese – in cui viene richiesto di non rendere note le indagini se l’arrestato è un migrante richiedente asilo, ma ci viene caldamente suggerito, per non aumentare la tensione e allarmare maggiormente l’opinione pubblica». Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti dedica la prima pagina alla notizia, che si basa su una norma che da anni riguarda i richiedenti asilo e si basa su un principio inattaccabile. Una profugo che fugge per motivi politici da un regime dove è perseguitato, deve essere tutelato affinché la sua identità non venga diffusa. I casi di cronaca negli anni settanta e ottanta sono molteplici: diversi dissidenti del regime di Gheddafi vennero assassinati a Roma dai killer del governo. Altri casi analoghi erano avvenuti per cittadini iraniani o di altri regimi dittatoriali. Oggi, tuttavia, l’arrivo in massa di migranti segue altre logicghe: prima il profugo era un dissidente del regime, che rischiava sul serio l’incolumità fisica. Oggi la stragrande maggioranza dei profughi arriva per fuggire dalla guerra e non da una minaccia diretta e personale. Misura anacronistica, dunque, che vale per una percentuale davvero irrisoria dei richiedenti asilo.

Immigrati: nelle carceri sono il 32 per cento

La realtà dell’interpretazione così restrittiva del Viminale? Secondo Il Giornale la riservatezza del richiedente asilo è una foglia di fico per mascherare lo strabordante numero di crimini e illeciti commessi da cittadini non italiani. Dati che soni inoppugbabili e che non possono essere mascherati. Basta prendere l’ultimo dossier dell’associazione Antigone, che si occupa da anni della realtà carceraria. «Al 31 dicembre del 2014 i detenuti immigrati sono stati censiti in 17.462 unità, pari al 32,56% del totale». Un processo fisiologico, che va di pari passo con il fusslo migratorio? Non è così proporzionale Citando appunto lo studio di Antigone, che non è certo una associazione xenofoba o razzista, «se si guarda ai dati sulla popolazione straniera detenuta può sembrare che ci siano alcune etnie più propense a delinquere rispetto ad altre. Per esempio, i filippini residenti in Italia sono circa 140 mila, ma i detenuti filippini sono solo 50, ossia lo 0,3% sul totale della popolazione straniera detenuta». Quindi ci sono migranti e migranti. E soprattutto profughi e profughi. Ma al Viminale, per stare tranquilli, vogliono rendere invisbili i crimini degli immigrati, lasciando di fatto solo quello degli italiani. Che alla fine diventano i veri discriminati.

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