“Via la cittadinanza ai terroristi”: la gauche insegue Marine Le Pen

29 Dic 2015 20:05 - di Redazione

La questione della revoca della cittadinanza francese per le persone con doppio passaporto accusate di terrorismo si sta trasformando in una vera tempesta politica per il governo transalpino e il premier Manuel Valls, sempre più criticati anche dall’interno della maggioranza. Intanto, nella Parigi piena di luci per le feste di fine anno il nervosismo resta elevato. Il team di sminatori della polizia lavora a un ritmo fino a dieci volte più elevato del normale, con una media di 25 chiamate al giorno e picchi di 50. Anche se, precisa uno di loro al Parisien, nella maggior parte dei casi si tratta di «pacchi sospetti che si rivelano essere valigie dimenticate da qualche distratto». Nei giorni scorsi, il presidente Francois Hollande si è voluto mostrare fiducioso, arrivando a dirsi convinto di poter raggiungere una maggioranza parlamentare sufficiente per approvare la riforma costituzionale sulla revoca della cittadinanza senza passare per un referendum. Ma in queste ore è stato proprio uno dei suoi fedelissimi, il presidente del comitato etico del partito socialista Jean-Pierre Mignard, a bacchettare il progetto di legge: «Bisogna senza dubbio che il testo sia redatto nuovamente, ripensato, e soprattutto che non sia prodotto dell’urgenza», ha dichiarato ai microfoni di Europe 1, sottolineando che «a partire dal momento in cui, nel testo, si indicano particolarmente i “binazionali”, che sono circa 3,3 milioni in Francia, li si prende di mira. Il rischio è di ferire milioni di nostri concittadini». Di certo, la proposta “insegue” quella ancora più drastica di Marine Le Pen, che ha chiesto la revoca della cittadinanza agli islamisti. 

I socialisti francesi spiazzati dalla proposta sulla cittadinanza

Il malcontento sale anche tra i militanti del Ps, con un gruppo di loro che è arrivato fino a rivolgersi al comitato etico per chiedere di sconfessare le parole di Valls sul provvedimento, e in particolare la frecciata contro chi critica il provvedimento affidata alle colonne del Journal du Dimanche. «Una parte della sinistra si indigna in nome dei grandi valori dimenticando il contesto, il nostro stato di guerra, e il discorso del presidente davanti al Congresso – aveva detto il Premier in un’intervista – La determinazione è totale, andremo fino in fondo, che sia ben chiaro per tutta la sinistra». La proposta di riforma piace invece al Front National, che per bocca del vicepresidente Florian Philippot si dice pronto a sostenerla in parlamento. «Passeremo alla fase due, ovvero fare pressione perché la revoca della nazionalità sia applicata concretamente, e molto più ampiamente», ha spiegato Philippot a i-Telé, secondo cui un “binazionale” che commetta un qualsiasi «crimine molto grave» non è «degno di essere francese».

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