Sui giornali scatta l’operazione verità: ecco tutte le bugie di Pinocchio Renzi

30 Dic 2015 10:48 - di Giorgia Castelli

È il day after delle bugie di Renzi. All’indomani della conferenza stampa di fine anno ricca di favole e chiacchiere, il premier deve fare i conti con le cifre. Ha parlato per quasi tre ore raccontando di un nuovo miracolo italiano, snocciolando numeri taroccati e nascondendo la lunga sfilza dei flop del governo. Ma le parole pronunciate con tanta enfasi e le slide mostrate con i gufi sono smentite clamorosamente dai numeri e dai fatti. E per i maggiori quotidiani italiani è stato un gioco da ragazzi sbugiardarlo.

Ecco le bugie di Renzi

Il Fatto Quotidiano dedica alla conferenza stampa un dossier dal titolo Banche, Pil, lavoro scuola: tutto il Renzi bugia per bugia. «Nella sua conferenza stampa – si legge – ha citato Ue e Berlino, come ostacolo, praticamente continuo. Il resto è solita  vie en rose dell’Italia col “segno più” condita con una serie di imprecisioni, alcune delle quali sarebbero meglio rubricate nella categoria fandonie».  Eccone un breve riassunto. Si parte dal caso delle quattro banche. Renzi dice: «Lo Stato è dalla parte di chi è stato truffato».  Ma  per il Fatto chi è stato truffato ha certo lo Stato dalla sua parte: c’è il codice penale. Gli arbitrati voluti da Renzi per ristorare alcuni degli obbligazionisti non valuteranno il reato di truffa, ma si muoveranno attorno a criteri che vanno ancora definiti. Si passa poi alla flessibilità. Renzi dice: «Do per scontato il via libera della Ue alla legge di Stabilità, compresa la clausola migranti». Ma per il quotidiano diretto da Marco Travaglio «Renzi è l’unico a darlo per scontato: la Ue darà sicuramente il via libera alla clausola sulle riforme (0,5% del Pil, cioè circa 8 miliardi), mentre è incerto il destino di quella per gli investimenti (0,3% del Pil, circa 5 miliardi): Il piano presentato non convince Bruxelles. La clausola migranti (0,2% del Pil, oltre 3 miliardi)  per come la racconta Renzi invece non esiste proprio: al massimo, ha già messo per iscritto la Commissione, si può concedere di non conteggiare  la maggior spesa per i rifugiati nel 2015 rispetto a  quella del 2014 (poca roba). A marzo, il premier potrebbe trovarsi costretto  a una manovra correttiva tra i 3 e gli 8 miliardi.

È falso che il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderà

Altra bugia di Renzi: «Il rapporto tra debito pubblico e il Pil scenderà nel 2016».  Ecco come lo smentisce il Fatto: «È una stima, questo è certo: se farà la fine di quelle del 2015 difficile sia pure vera». Altra bugia: «Il tasso di disoccupazione è ancora alto, ma è sceso all’11,5%; 300mila persone hanno trovato lavoro». E qui casca l’asino. Scrive il quotidiano: «Ora sono 300mila, alla Leopolda erano 150mila, su Raiuno 400mila. Ecco i numeri Istat sul lavoro da gennaio a ottobre: +2mila occupati a tempo indeterminato, +178mila precari, -97mila indipendenti. Fanno 83mila in più, quasi tutti precari. Il tasso di disoccupazione è sceso, è vero, ma sale quello degli inattivi, cioè di chi il lavoro non lo cerca nemmeno…». Mutui al +97% nel 2015? «Anche qui – scrive il Fatto – il dato è lordo cioè riguarda le attivazione. Il numero vero dei mutui (fonte Bankitalia): 357mila a gennaio, 358mila ottobre. Come dice l’Abi: la dinamica dei mutui è “sui valori prossimi allo zero”».

Le critiche del Giornale

Il Giornale titola Pil, lavoro e fisco: l’Italia va a rilento ma l’Europa corre. La conferenza stampa del premier è stata rovinata – si legge sul quotidiano  – da alcuni nuovi dati usciti in contemporanea dall’Istat. Niente di drammatico, ma quanto basta per inceppare l’ingranaggio renziano fatto di comunicazioni turbo ottimistiche…. L’anno che sta per finire , non sarà ricordato come quello della svolta. Il Pil nelle previsioni potrebbe attestarsi  allo 0,8/0,9%. Ma la crescita negli paesi Ue viaggi intorno all’1,6%. Siamo i peggiori in quanto a produttività». Quanto al debito pubblico «resta a un soffio dal record storico, a 2.211,8 miliardi di euro. Sul deficit dovremmo chiedere margini di spesa a Bruxelles». E dulcis in fundo attacca la stampa che lo critica: «Io abolirei l’Ordine dei giornalisti». Ma intanto, scrive il Giornale, si è preso Rai, giornali e agenzie.

Le fandonie di Renzi raccontate da Libero

Ecco Libero che titola Tutto Renzi, fandonia per fandonia: debito pubblico, prodotto interno lordo, disoccupati-occupati, produzione industriale. Secondo il capo del governo l’Italia è ripartita, ma numeri alla mano gli altri Paesi crescono il doppio e trascianno anche la nostra economia. Non è vero che il rosso dello Stato è sceso: è salito passando dal 133,8 al 136%.  Sul piatto c’è anche l’immigrazione. Scrive Franco Bechis: «Qui Renzi ha fatto una gran confusione, sparandola davvero grossa e lontanissima dalla realtà. Si vede che non è il suo argomento… Il premier ha sparecchiato: “L’idea di invasione non corrisponde a realtà. Noi abbiamo un quadro di presenza di immigrati che è il più basso degli ultimi 10 anni”. Questo è falso. Il dato 2015 è al secondo posto dopo quello 2014 negli ultimi dieci anni».

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