Storace si candida a Sindaco di Roma: “Dalle primarie l’anti-Marchini”

21 Dic 2015 7:00 - di Redazione

«L’ingloriosa fine dell’Amministrazione Marino testimonia il fallimento del modello grillino che il Pd ha scelto. A Roma serve una persona seria, che si occupi della città rinunciando a usarla come un trampolino di lancio a livello nazionale e che la viva, letteralmente, piazza per piazza, dalle periferie al centro, sui mezzi pubblici. Serve discontinuità», spiega il leader de La Destra e vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Francesco Storace, intervistato da “Il Tempo”.

Storace rompe gli indugi e annuncia la sua candidatura come Sindaco di Roma

«Questo centrodestra si sta dimostrando non solo tentennante ma appare lontano mille miglia dai problemi reali. Non basta invocare una unità di facciata: chi ha sbagliato a governare Roma non può farlo ancora con vecchi riti come i vertici serali che calano il nome dall’alto. Credo che, per ricompattare uno schieramento così sfilacciato sia necessario passare per le primarie di coalizione: una competizione aperta, in cui votino gli elettori di centrodestra. Non occorrono personaggi mascherati sotto le bandiere della destra».

Storace incalza: “Non servono personaggi mascherati sotto le bandiere della destra”

Giorgia Meloni non ha ancora sciolto la riserva se candidarsi o meno… «Esatto: Giorgia è brava, molto. Ma per ora non sfonda. Appare titubante, troppo; vuole tutti con sé ma non spiega per fare cosa. Attacca Berlusconi ma fa i vertici a Palazzo Grazioli. Scomunica chi non sta simpatico al suo capogruppo alla Camera senza però scendere in campo davvero. Ovvio che se ci sono primarie di coalizione, mi aspetto che lei ci sia». E Marchini? «Marchini non è affatto un candidato da disprezzare ma, a oggi, ha palesato il limite di voler spiegare tutto a tutti. E se ha ragione a suonarle agli apparati dei due schieramenti, di destra e di sinistra, non è che lui possa raccontare di essere estraneo al sistema di potere che governa questa città da decenni. Anche lui ha bisogno di discontinuità evidenti».

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