La Napoli di De Magistris cade a pezzi: crolla anche l’università Federico II

9 Dic 2015 16:22 - di Ginevra Sorrentino

La Napoli del sindaco De Magistris cade a pezzi. Letteralmente. Dopo il cedimento del pezzo di cornicione della Galleria Umberto, il 5 luglio del 2014, piombato addosso al quattrodicenne Salvatore Giordano, uccidendolo dopo quattro giorni di agonia, in queste ore è stata la volta del cedimento strutturale di parte di una palazzina in disuso rientrante nel complesso del dipartimento di Veterinaria dell’università Federico II di Napoli, crollata trascinando con sé anche parte dell’edificio limitrofo in uso, destinato ad alcune attività di studio, frequentato da docenti e ricercatori. Per fortuna non ci sono stati feriti, ma una folla di studenti, professori, animali – molti dei quali in cura – si sono precipitati in strada terrorizzati.

Crollo all’Università Federico II di Napoli

Dunque, dopo il crollo della scala del Teatro San Carlo. Dopo il cedimento del cornicione della Galleria Umberto, gli sfarinamenti ciclici e la caduta di detriti segnalati quasi quotidianamente da una parte all’altra della città, dal centro storico a Pianura, passando per Mergellina, ora è toccato alla palazzina universitaria, spaccatasi a metà: e Napoli si riscopre fragile, debole, sdrucciolevole. Peggio: Napoli si sta sbriciolando giorno dopo giorno, e il suo sindaco – a dispetto degli interventi dei vigili del fuoco, dei danni e degli allarmi della protezione civile già alle prime piogge autunnali, della paura continua dei napoletani – insiste a parlare solo di problemi di manutenzione. E in un rimpallo continuo di responsabilità rinnegate e promesse disattese, tra chi denuncia carenze strutturali e chi addita tutte le colpe ai tagli del governo; tra chi circoscrive il ben più ampio accaduto al problema dell’edilizia scolastica e universitaria, e chi ha paura e basta, ancora una volta ci si ritrova a soffermarsi sul fatto che, quanto verificatosi all’università in queste ore, ha avuto del miracoloso: anche stavolta, infatti, avrebbe potuto scapparci il morto.

L’annoso problema della sicurezza

Fortunatamente – ma si può continuare ad affidarsi al caso o alla buona sorte? – la frazione della palazzina crollata, rientrante nel complesso del dipartimento di Veterinaria dell’università Federico II di Napoli, era in disuso, e dunque non ha coinvolto persone o animali nel suo cedimento. Va detto, però, che la struttura venuta giù, crollando ha trascinato con sé anche parte dell’edificio limitrofo in uso, destinato al alcune attività di studio, e generalmente frequentato da docenti e ricercatori. All’origine del crollo probabilmente una voragine nel sottosuolo. Sul posto – in via santa Maria degli Angeli alle Croci, alle spalle dell’orto botanico – sono intervenuti gli uomini della Protezione Civile, i vigili del fuoco e la polizia Municipale. Il tratto di strada compreso tra via Veterinaria e via del Pino è stata transennata e chiusa al traffico. Infine, sono stati fatti evacuare due terranei e la bottega di un artigiano. Ma dopo aver tamponato la falla di oggi, chi e come provvederà ad erigere la “diga” intervenendo sui crolli o sulle minacce di cedimento strutturale, per esempio, dei palazzi circostanti e dell’edificio che confina con la facoltà a serio rischio statico? E, soprattutto, quando si comincerà a procedere per rinvigorire – e mettere in sicurezza – tutta la città di Napoli, ferita nei suoi luoghi simboli e sofferente un po’ ovunque, ormai sempre più fragile e arrendevole?

 

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