Mattarella ai volontari: «Chi viene in Italia deve conoscere le nostre leggi»

5 Dic 2015 13:46 - di Marzio Dalla Casta

Si apre con un minuto di silenzio dedicato a Rita Fossaceca, la dottoressa volontaria uccisa qualche giorno fa in Kenya dove si occupava di un orfanotrofio, la giornata internazionale del Volontariato. In suo nome il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intende ricordare «tutti i volontari e i caduti nell’adempimento della loro missione di solidarietà». «Il sacrificio di Rita Fossaceca – ha osservato ancora il capo dello Stato – è l’ultimo di una lunga serie che ha riguardato volontari e cooperanti italiani nel mondo».

Un minuto di silenzio al Quirinale per Rita Fossaceca

La giornata dedicata ai volontari – salutati da Mattarella come i «rappresentanti dell’Italia migliore» – è stata l’occasione per l’Inquilino del Quirinale di fare il punto sull’incandescente scenario internazionale. A tenere banco nelle riflessioni presidenziali è il tema dell’immigrazione: «I flussi migratori, dovuti alle guerre, alle persecuzioni, alle privazioni nei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa – ha esternato il capo dello Stato – ci richiedono, senza rinunciare alla sicurezza, un di più di accoglienza e di disponibilità». E ancora: «Un Paese dove si costruiscono muri, dove si allentano i legami sociali è un Paese più debole destinato a incontrare gravi difficoltà nel mondo globalizzato». Parole che in un altro contesto sarebbero state accolte senza alcun problema, perfino con indifferenza, ma che ora – in un panorama politico interno contrassegnato dallo scontro sull’immigrazione e con il terrorismo jhaiidista alle porte di casa – rischiano di rinfocolare tensioni  e polemiche.

Mattarella: lavorare per favorire l’integrazione

Mattarella non ne sembra preoccuparsene più di tanto: «Vi è molto da lavorare sul piano dell’integrazione – ha spiegato  – l’accoglienza è solo il primo passo». Sbaglierebbe, tuttavia, chi pensasse che il capo dello Stato interpreti il tema dell’accoglienza come una colata di buonismo, cioè come un onere per l’Italia cui non corrisponde alcun dovere per chi arriva nel nostro Paese. Non è così e Matterella tiene a precisarlo: «Le diverse comunità etniche e religiose che si insediano nel nostro territorio – spiega il presidente – vanno accompagnate, con comprensione e rispetto, verso il loro pieno inserimento nella società. Ma per farlo veramente devono conoscere la nostra cultura, le nostre leggi, la nostra lingua».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *