Ma adesso che Licio Gelli è morto, riuscirà l’Italia ad essere migliore?

16 Dic 2015 17:54 - di Mario Aldo Stilton

Quel diavolo di Licio Gelli è volato via. E adesso il mondo sarà certamente migliore. L’Italia sarà ovviamente migliore. Tutti noi, a ben pensarci, ci sentiremo un pò meglio. Perché lui, il malefico Gelli Licio da Arezzo, non c’è più. Né riuscirà più a turbare i nostri sonni con le sue trame, sempre oscure. Anzi, nere. In verità, Gelli non potrà più turbare, più che i sonni, la vita di tanti. Di quelli che, per un verso o per l’altro, ne hanno temuto la possibile narrazione. I racconti. O, forse, solo i ricordi. Che magari sarebbero stati tanti e che pure avrebbero potuto spiegare alcuni lati oscuri di questa Repubblica nata dalla Resistenza. È morto Licio Gelli, il diavolo. È morto il corruttore per antonomasia. Il “burattinaio” come gli piaceva sentirsi. Ma se il burattinaio non c’è più anche i burattini se la passano male. Si afflosciano coi fili ingarbugliati. Né potranno più recitare alcuna parte in commedia. Perchè era lui, il burattinaio, che dava loro l’esistenza. Che li aveva resi vivi e conosciuti al grande pubblico del Teatro dell’ipocrisia. Cosicchè adesso anch’essi sono un po’ morti. Licio Gelli è stato tutto questo e anche di più. È stata la narrazione di comodo e il capro espiatorio a portata di mano. Rendendo celebri i suoi adepti in quanto tali e i suoi persecutori per il motivo medesimo e opposto, il vecchio signore di Castiglion Fibocchi ha dato luce e sostanza a chi magari di suo ne aveva ben poca. Burattinaio in un’Italia piena di fili che si tiravano da ogni parte e servivano ogni padrone. Da Ovest a Est. Servi, senza pudore. Quasi a voler dimostrare quanto fosse calzante la definizione fulminante del Metternich di “semplice espressione geografica”. Licio Gelli ha attraversato il secolo delle due guerre con ovvie ed evidenti capacità: a guidare cazzuole e compassi non ci si arriva certo per caso! La camicia nera l’ha portata e poi custodita. Con un certo orgoglio ha rivendicato scelte e formazione. E forse per questo si è sempre sentito un Patriota. Ma ha anche annusato la direzione del vento e l’ha sfruttato. Da venditore di materassi al vertice del potere occulto e ai suoi riti.  Ha brigato, organizzato, sostenuto, invogliato, persuaso e condizionato tanti. Tanti che poi hanno persino negato di conoscerlo. Com’è ovvio e com’era chiaro anche a lui, che forse venerabile lo era diventato per l’età. Come quando si divertiva con quel detto-non-detto, sempre ammiccante, col quale stimolava l’attenzione del cronista. Ora il diavolo è morto. E l’Italia sarà perciò migliore. Almeno questo è l’augurio. Perchè altrimenti si potrebbe pensare che non sempre i burattinai soccombono. O che i burattini si rivelino addirittura peggiori.

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