Libia, le fazioni firmano l’accordo. L’Italia potrebbe guidare un intervento

17 Dic 2015 17:04 - di Giovanni Trotta

Prima l’Occidente crea il caos in Libia, e poi l’aiuta a riorganizzare il governo. Grande trionfalismo internazionale per la firma a Skhirat, in Marocco, dalle delegazioni di Tripoli e Tobruk, due governi l’un contro l’altro armati, dell’accordo unitario. La firma è stata accolta da uno scrosciante applauso. Rappresentanti di Tripoli e Tobruk, visibilmente commossi, si sono abbracciati. «Oggi è una giornata storica per la Libia», ha affermato l’inviato speciale Onu, Martin Kobler da Skhirat. «Tutte le parti hanno fatto delle concessioni mettendo l’interesse del Paese davanti a tutto. La comunità internazionale continuerà il suo appoggio al futuro governo libico», ha aggiunto. Parlando del Califfato, ben presente in Libia grazie al caos istituzionale, l’inviato Onu ha detto che «l’Isis rappresenta una sfida per il futuro governo di intesa nazionale. C’è bisogno di un dialogo nazionale globale per trovare un modo per lottare contro i terroristi». «La firma dell’accordo segna l’inizio di una tappa difficile ed è il primo passo per la creazione di uno Stato democratico in Libia», ha proseguito Kobler, definendo poi le sfide che si troverà ad affrontare il futuro governo di intesa nazionale libico che dovrà «assicurare i bisogni alimentari del popolo libico, iniziare un dialogo sulla sicurezza globale, contribuire alla guerra contro l’Isis, oltre a porre un accento particolare sulla situazione a Bengasi e nel sud del Paese». Kobler ha ovviamente tenuto a precisare che «le porte rimangono aperte anche per quelli che oggi non erano presenti a Skhirat. Il nuovo governo si deve muovere urgentemente per rispondere alle preoccupazioni di coloro che si sentono marginalizzati», riferendosi alle centinaia di bande armate, oltre all’Isis, che spadroneggiano sul territorio che fu della Libia.

Ma in Libia continua a scorrere il sangue

Naturalmente, la “storica” firma non ha dissuaso i guerriglieri dall’uccidere e dal combattere: è di almeno due morti il bilancio di scontri di queste ore ad Ajdabiya, nell’est della Libia. Secondo fonti militari all’agenzia Mena due persone hanno perso la vita in combattimenti con miliziani della Shura dei rivoluzionari. Gli scontri si sono verificati in alcuni quartieri della città. Neanche l’Isis è molto colpito dalla “svolta storica”: sta scavando trincee ed sta costruendo barriere e checkpoint da diversi giorni nei dintorni di Nufaliyah (a est Sirte) per proteggersi da eventuali raid dell’aviazione libica. Lo riferiscono testimoni al sito Alwasat, secondo i quali i capi dell’organizzazione terroristica stanno sfruttando alcuni operai africani per costruire le barricate e le strutture difensive. Le stesse fonti hanno aggiunto di aver visto convogli armati dell’Isis dirigersi a Nufaliyah. Sul fronte operativo, la Gran Bretagna è pronta a contribuire con un contingente fino a mille militari, tra truppe e forze speciali, a una missione guidata dall’Italia per addestrare e offrire supporto alle forze di sicurezza libiche. Lo scrive il Times citando fonti ministeriali di Londra. «Se i libici chiedono il nostro sostegno, nel giro di qualche settimana una squadra di personale militare britannico e italiano potrebbe compiere una valutazione iniziale», ha detto una fonte di Whitehall. Pochi giorni fa l’Isis ha decapito due persone a Tripoli per “stregoneria”.

 

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