Liberate moglie e figlia di Al Baghdadi: scambio di ostaggi in Libano

1 Dic 2015 11:00 - di Martino Della Costa

Scambio di progionieri in corso: il Fronte al Nusra, branca siriana di Al Qaida, ha rilasciato nelle ultime ore 16 soldati e poliziotti libanesi catturati nell’agosto del 2014 durante un’incursione nel Libano nord-orientale. Il rilascio è avvenuto nell’ambito di un “accordo” in base al quale Beirut ha liberato un numero imprecisato di miliziani islamisti. L’Isis intanto continua a detenere 9 ostaggi mentre, si apprende, altri 4 sarebbero stati uccisi.

Scambio di prigionieri tra Beirut e il Fronte al Nusra

Liberazioni e scarcerazioni eccellenti: sembra infatti che dello scambio di ostaggi facciano parte anche una ex moglie e una bambina figlia del capo dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, che figurerebbero tra le persone rilasciate dal Libano: lo hanno riferito le Tv libanesi, mostrando le immagini della ex moglie, Saja al Dulaimi, mentre veniva portata sul luogo delle operazioni di scambio. Dunque, la consegna dei soldati e dei poliziotti libanesi alle autorità di Beirut è avvenuta nei pressi di Arsal, cittadina a maggioranza sunnita nell’alta Valle della Bekaa, a ridosso del confine con la Siria, da lungo tempo solidale con la sanguinosa rivolta contro il regime del presidente Bashar al Assad. È in questa regione, allora, che nell’agosto dell’anno scorso i terroristi jihadisti di al Nusra e dell’Isis sferrarono un’offensiva che provocò combattimenti durati diversi giorni con l’esercito libanese, poi sfociato nel tragico bilancio di decine e decine di morti. Successivamente i miliziani islamisti si ritirarono portando con sè i prigionieri.

Terroristi jihadisti si ricompattano a Sirte

L’accordo per lo scambio di ostaggi e prigionieri che si è concretizzato nelle ultime ore è stato raggiunto solo in questa fase per la mediazione portata avanti dal Qatar tra il Libano e il Fronte al Nusra. Così, proprio mentre lo scambio rimette in libertà e in circolazione anche terroristi e tagliagole, fonti libiche concordanti riferiscono dell’arrivo «a Sirte di vari combattenti jihadisti, tra cui alcuni leader dell’Isis, giunti sulla città costiera libica dall’Iraq e dalla Siria attraverso il Mediterraneo». Non solo: le stesse fonti hanno parlato anche di «diverse decine di Boko Haram provenienti dal Mali, Ciad e Nigeria, arrivati in queste ore a Sirte per sostenere l’Isis». Il terrorismo islamista serra i ranghi e compatta le forze, riunendo sigle e boia spietati in nome dell’orrore jihadista.

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