Le indagini danno ragione a Sicignano: sparò al ladro quando era in casa

1 Dic 2015 18:11 - di Redazione
sicignano

Le indagini iniziano a dare ragione alla versione di Francesco Sicignano, il pensionato che il 20 0ttobre sparò e uccise un ladro albanese nella sua proprietà. L’uomo, che sarà candidato alle comunali di Milano per Forza Italia, raccontò di aver affrontato il malvivente in casa sua, ma fu indagato per omicidio volontario perché il pm ritenne che, secondo i primi rilievi, era plausibile che invece avesse sparato da una finestra mentre il ladro si trovava ancora sulle scale della villetta, dove fu trovato il cadavere.

Le indagini confermano il racconto di Sicignano

Ora, invece, si apprende di una svolta nelle indagini: gli accertamenti vanno confermando quanto raccontato dal pensionato, che ha un regolare porto d’armi e deteneva legalmente la pistola con la quale ha fatto fuoco,  ovvero che avrebbe esploso il colpo dentro casa dopo essersi spaventato perché il ladro aveva una torcia in mano che, nel buio, sembrava un’arma. Determinanti sono stati gli esami del Ris e i risultati dell’autopsia: i primi hanno dimostrato che sull’ogiva trovata nella cucina (l’unico proiettile rinvenuto nella casa di Vaprio d’Adda e nei dintorni) erano presenti tracce del sangue del giovane albanese; la seconda, effettuata da un medico consulente del pm, ha accertato che la dinamica potrebbe essere compatibile con la versione fornita da Sicignano. Il proiettile, infatti, ha sfiorato il cuore del 22enne, nella zona dei grossi vasi, attraversando il corpo e per questo il giovane potrebbe essere rimasto in vita per la manciata di secondi necessaria per uscire dalla cucina e raggiungere le scale esterne dove poi è morto.

Verso la derubricazione dell’accusa

Nei prossimi giorni dovrebbero essere depositati sia la relazione del Ris sia quella del medico legale, oltre agli esiti degli esami balistici. A quel punto gli inquirenti valuteranno come comportarsi con il capo d’accusa, ma ormai si attende la derubricazione dell’accusa di omicidio volontario per lo meno in eccesso colposo di legittima difesa. Non si esclude, però, che alla fine possa essere riconosciuta la legittima difesa e quindi, come chiedono i legali di Sicignano, l’archiviazione.

 

 

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