Eurostat, all’Italia la maglia nera per consumi e shopping online

11 Dic 2015 13:29 - di Giulia Melodia

Anche un’indagine Eurostat, tra le righe, lo conferma: la fiducia dei consumatori italiani è lenta a riaffermarsi. Altro che ripresa insomma: siamo ben lontani dall’aver riacquistato la spinta (ila possibilità su vasta scala?) a spendere e comprare. Un dato che va decisamente in controtendenza agli annunci auto-promozionali del governo, e purtroppo confermato con attendibilità matematica anche da altri, diversi report, realizzati sull’argomento.

L’indagine Eurostat sul calo di consumi in Italia

Partiamo allora proprio dall’ultimo resoconto, quello dell’Eurostat, che ha segnalato come nel 2014 l’Italia, insieme a Cipro, abbia registrato il maggior calo dei consumi procapite, misurati in Standard di potere d’acquisto (Spp), tra i Paesi Ue. Non solo: nel dettaglio l’indagine segnala che si è passati dal 103% del 2012 al 98% dello scorso anno; mentre nello stesso periodo il Pil procapite è sceso dal 101 al 96%. Come a dire che, al di là dei raffronti percentuali e di calcoli delle probabilità, il bel Paese è – e resta – in fondo alla classifica dei consumatori fiduciosi, o questo meno, degli ottimistici fautori dello shopping.

Shopping online: siamo il fanalino di coda d’Europa

A confermarlo, peraltro, anche la parte della ricerca Eurostat dedicata agli acquisti online che vede il Bel Paese fanalino di coda d’Europa per lo shopping online: solo poco più di un quarto degli italiani (26%) fa acquisti su internet, contro una media Ue di più del doppio, con oltre una persona su due (53%). E allora, tra confronti annuali e stime in parallelo tra diversi Paesi, dai dati Eurostat emerge che l’Italia è in quart’ultima posizione tra i 28: peggio solo Romania (11%), Bulgaria (18%) e Cipro (23%). Primi per l’e-commerce sono invece Gran Bretagna (81%), Danimarca (79%), Lussemburgo (78%), Germania (73%), Olanda, Finlandia e Svezia (tutti al 71%). A livello Ue, insomma, il trend è più che positivo – e non certo per il nostro contributo dati i consuntivi stilati – al punto da aver permesso non solo di raggiungere, ma già di superare, l’obiettivo prefissato dall’Agenda digitale del 50% di e-buyers: erano il 30% nel 2007, sono il 53% nel 2015.

Il profilo dell’acquirente “on line”

Tra le righe del report Eurostat emerge inoltre che sono soprattutto le giovani generazioni ad acquistare maggiormente online: contro il 25% di chi ha tra i 65 e i 74 anni, infatti, è ben il 66% dei 16-ventiquattrenni e il 70% dei 25-trentaquattrenni a fare shopping su internet. In Italia se la percentuale degli over 65 è la stessa che a livello Ue, sono però molti meno i giovani, rispettivamente con il 39% e il 47%. Da segnalare, infine, la tendenza agli acquisti più gettonati in Europa, che per quest’anno ha virato principalmente su abbigliamento e articoli sportivi (60%), seguiti da viaggi e alberghi (52%), articoli per la casa e giocattoli (41%), biglietti per eventi (37%), libri e giornali (33%). In Italia, invece, gli acquirenti online hanno optato sì per i viaggi (42%), ma anche per i meno dispendiosi articoli per la casa, giocattoli e libri (entrambi 26%): un shopping più cauto e in linea con un ulteriore inclinazione a ripiegare sulla meno “costosa” vita domestica…

 

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