E sotto l’albero restano tutti i “pacchi” del governo Renzi: ecco il catalogo

26 Dic 2015 10:31 - di Priscilla Del Ninno
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Anche questo Natale è passato, e sotto l’albero restano le promesse disattese, gli annunci promozionali rimasti a livello di spot propagandistico, gli atavici problemi irrisolti di sempre: insomma il “pacco” del governo Renzi è vuoto, impacchettato ad arte, ma vuoto. E la beffa dell’illusione di un regalo da scartare in realtà mai acquistato e donato lascia un amaro in bocca che neppure panettoni e torroni hanno potuto addolcire…

Tutte le delusioni del governo Renzi

Al premier è stato negativamente accreditato sin dal suo arbitrario ingresso a Palazzo Chigi una certa timidezza nei confronti delle cosiddette “corporazioni forti”, a partire – guarda caso – dalle Banche, passando per la Burocrazia, fino alla Magistratura. E allora, a 2015 agli sgoccioli, non si può che stilare un triste catalogo delle mancanze del governo Renzi e, peggio ancora, delle prese di posizioni inflitte agli italiani spacciate oltretutto come il massimo del risultato perseguito e ottenuto. Eccole in rapida sintesi.

1) La Riforma della PA: sembra colpire soprattutto i “piccoli” senza disboscare la selva di norme – che dà potere ai burocrati – e senza significativi ridimensionamenti del privilegi dei più alti in grado.

2) Il capitolo “Banche”, poi, non solo perché l’ultimo scandaloso casa denunciato in ordine di tempo, ma soprattutto per la gravità del pregresso che l’ha generato e per la drammaticità delle conseguenze che ha provocato, ha dimostrato – in tutta la sua beffarda crudezza – l’inadeguatezza nonsoltanto dei controlli, ma della stessa normativa. Risultato: malgrado gli sforzi di famiglie e imprese, è evidente che non sono tutelati i risparmiatori; non sono tutelati i soggetti richiedenti credito, malgrado oltretutto le ripetute iniezioni di liquidità immesse nel Sistema dalla Bce.

3) Quanto alla Magistratura e, più in generale alla Giustizia, dopo la ridicola manovra ulle ferie dei giudici, sono stati ancora rinviati provvedimenti sul processo civile, le cui lungaggini, va da sé, continuano a scoraggiare investimenti dall’Estero.

4) Politica dei due forni: invece di rottamare i vecchi “giochi di potere”, il premier ha fin qui puntato a illudere prima l’una, poi l’altra forza di opposizione, per strappare consensi in sede di voti parlamentari. Basterà citare le riforme costituzionali concordate – e poi in gran parte disattese – con Forza Italia ( lo strappo del patto del Nazareno) e, tanto per venire a esempi più recenti, l’elezione dei giudici costituzionali concertata col Movimento cinque Stelle.

5) Riforme Costituzionali: ad oggi l’incompiuta più sconcertante, un grande disegno di ridimensionamento del diritto d’intervento e di controllo del cittadino, come confermano la presunta abolizione sia delle Province che del Senato, tradotta in una confusa attribuzione di compiti dai vecchi ai nuovi istituti, per non parlare della riforma delle legge elettorale, dove sull’altare delle governabilità si sacrificano il principio di rappresentanza e, più in generale, le minoranze.

6) Mezzogiorno: una delle ataviche questioni irrisolte di cui si diceva poco sopra, rispetto alla quale il governo Renzi ha opposto a problemi e emergenze in agenda da troppo, silenzio e inerzia assoluti, dimostrati non solo nel testo della nuova Legge di Stabilità.

7) Debito pubblico: nessuna misura per ridurlo in maniera strutturale; nessuna sostanziale compressione della spesa pubblica. Ovvero: nulla di nuovo.

8) La a più riprese millantata riduzione della pressione fiscale: la beffa che più ferisce e indigna, risolta nella perenne querelle tra istituzioni territoriali e governo centrale e nell’infinita tarantella tra bonus elargiti da una parte e ripresi sotto forma di tagli e gabelle dall’altra. Così, mentre l’esecutivo abolisce l’Imu sulla prima casa e annuncia il progressivo annullamento di altre odiose tasse, dall’altra aumentano i tributi locali e le loro molteplici declinazioni.

9) Esteri: i fatti hanno convalidato la nullità della posizione e dell’azione della Mogherini, come si vede, ad esempio, nella drammatica inadempienza dimostrata nel caso tuttora irrisolto dei Marò.

10) Il governo Renzi, inoltre, non è riusciti a creare un asse che facesse da contrappeso all’egemonia della Germania, allineandosi per di più, alle rovinose – per noi – sanzioni anti-Putin. Senza contare l’incredibile e dissennata gestione del dramma migratorio con una politica dell’accoglienza imposta e tributata che fa acqua da tute le parti. Poteva andare peggio?

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