“Così ho ingannato il pensionato suicida, era un ordine della banca”

12 Dic 2015 10:00 - di Redazione

“Io Luigino me lo sento sulla coscienza perché mi sono comportato da impiegato di banca e se fossi stato una persona che rispettava le regole non gli avrei fatto fare quel tipo di investimento”. Lo afferma in un’intervista a Repubblica Marcello Benedetti, ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia, il funzionario che ha venduto obbligazioni per centomila euro a Luigino D’Angelo, il pensionato che si è tolto la vita per averli persi. “Luigino – racconta Benedetti – fu uno dei primi clienti della banca a cui proposi questo investimento, firmò il questionario che sottoponevamo a tutti, nel quale c’era scritto che il rischio era minimo per questo tipo di operazione. In realtà, nelle successive carte che il cliente firmava, era presente la dicitura “alto rischio”, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli”. “Avevamo l’ordine – fa quindi sapere l’ex funzionario di banca Etruria – di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore”. Benedetti ammette poi che i funzionari erano al corrente di cosa significasse vendere ai clienti delle obbligazioni subordinate: “Sì. Ogni anno c’era un aumento del capitale e per farlo dovevamo chiamare tutti i clienti e fargli rivedere azioni, obbligazioni, etc”.

Il governo rinvia ancora il fondo per gli obbligazionisti

Da parte del governo intanto si continua a rinviare la decisione sul fondo per gli obbligazionisti mandati in rovina dalle banche salvate dall’esecutivo: la norma per l’istituzione del fondo – ha detto il ministro dell’Economia Padoan –  sarà introdotta con un emendamento governativo al disegno di legge di stabilità. Le modalità e i criteri di intervento del fondo saranno definiti con un regolamento che sarà emanato successivamente, anche alla luce delle verifiche in corso con la Commissione europea. “Con tutto quello che è successo – è il commento di Renato Brunetta (FI) – sembra che la colpa sia dei risparmiatori. Padoan offende la nostra intelligenza”.

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