Banca Marche, sequestrati 15 milioni di euro, accuse di associazione a delinquere

15 Dic 2015 19:01 - di Paolo Lami

Crediti “facili” concessi a gruppi imprenditoriali, senza adeguate garanzie, per centinaia di milioni di euro mentre le casse di Banca Marche si svuotavano; bilanci redatti in assenza delle necessarie rettifiche di crediti per posizioni “deteriorate”; “ingiusti profitti” ottenuti da ex-vertici di Banca Marche che avrebbero agito anche per farsi liquidare lauti bonus per i «falsi risultati positivi esposti».
Riguardano, in sostanza, questi tre filoni gli addebiti mossi dalla Procura di Ancona nell’inchiesta a carico di 37 indagati – uno deceduto – tra ex-amministratori di Banca Marche e di Medioleasing, componenti del vecchio Cda e imprenditori.
L’indagine, avviata a fine 2013, è alle battute finali. I reati contestati a vario titolo vanno dall’appropriazione indebita aggravata alla corruzione tra privati, falso in bilancio e falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio della vigilanza.
Dodici persone devono rispondere di associazione per delinquere: gli ex-presidenti di Banca Marche Lauro Costa e Michele Ambrosini, l’ex-vice presidente Tonino Perini, l’ex-direttore generale Massimo Bianconi, il suo vice Stefano Vallesi e gli ex-dg di Banca Marche Leonardo Cavicchia, Pier Franco Giorgi, Claudio Dell’Aquila.
Stesso addebito contestato anche all’ex dg di Medioleasing Giuseppe Barchiesi, all’allora vice direttore generale della spa Fabio Baldarelli, all’ex-capo dei servizi commerciali Daniele Cuicchi e all’ex-vice direttore Giorgio Giovannini.
Secondo la Procura, c’era un «gruppo organizzato», che ruotava intorno alla figura di Bianconi, al vertice della banca che avrebbe «occultato perdite d’esercizio per centinaia di milioni, con inganno di soci e pubblico sulla reale situazione economica e patrimoniale».
Indagati anche nove imprenditori tra cui Pietro Lanari (linee di credito per 200 milioni di euro), Vittorio Casale, Enrico Calamante, Faustino e Giovanni Filippetti, Vincenzo Minardi, Gianluca Ruggeri, Luigi Rossi, Giovanni Taus. Si sarebbero giovati di affidamenti che avrebbero cagionato a Banca Marche «un danno patrimoniale di rilevante gravita».
Nel 2013 il “rosso” ammontava a un miliardo di euro tra Banca Marche e Medioleasing. La Procura ha chiuso un primo stralcio per due episodi specifici che riguardano Bianconi, l’imprenditore Vittorio Casale e Davide Degennaro, presidente di Interporto Puglia. Il reato contestato è la corruzione tra privati. Sono stati sequestrati immobili, mobili, conti correnti e quote societarie, per 15 milioni di euro.

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