Sta nascendo la “Lega Italia”? Ecco la rete di alleanze per vincere

13 Nov 2015 8:49 - di Redazione

“Il nuovo soggetto destinato a nascere dal matrimonio tra il Carroccio e la vecchia Forza Italia. E non sarà la riedizione del 1994, il Polo delle libertà che in due mesi vinse le prime elezioni della Seconda Repubblica sbaragliando la gioiosa macchina da guerra della sinistra guidata da Achille Occhetto. Non è un’operazione nostalgia, si è sforzato di dire domenica 8 novembre il leader leghista Matteo Salvini dal palco della manifestazione di Bologna, mentre alle sue spalle, come i due vecchietti del “Muppet show”, si davano di gomito i protagonisti di ventuno anni fa, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi”, scrive Marco Damilano per “L’Espresso”. Non è come il ’94 soprattutto perché all’epoca i due partiti rappresentavano una novità dirompente nella politica italiana, gli animal spirits del Nord contro l’assistenzialismo statale. Mentre a Bologna la foto di gruppo sul palco è sembrata incarnare una somma di debolezze.

A Bologna in scena un film molto diverso da quello del 1994

Lo spettacolo del centro-destra trainato dalla Lega (e dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni) fa gioire Matteo Renzi, gli spalanca le praterie nell’elettorato moderato, è un elisir di lunga vita.  Oggi, con l’Italicum, con il premio alla lista che supera le altre e con il doppio turno, per la destra è necessario mettersi insieme sotto un unico simbolo, pena la scomparsa. Il partito azzurro è allo sbando, come ha crudamente affermato nell’ultima riunione a pranzo a Palazzo Grazioli Renato Brunetta: «Presidente, il problema per noi non è andare con la Lega o no, è che siamo rimasti senza identità. La gente non sa più chi siamo e cosa vogliamo!». Il primo a saperlo è Berlusconi, la scelta di salire sul palco di Salvini a Bologna da comprimario dimostra che l’anziano ex Cavaliere ormai si è rassegnato a un ruolo da padre nobile. Ma la novità delle ultime settimane è che anche il capo della Lega si è convinto che la partita della leadership per lui è chiusa.

La lista satellite “Noi con Salvini” nel meridione non è mai decollata.

Ed è già fallito, se mai è esistito, il progetto di portare tutto il centrodestra su una linea radicale e estremista. Salvini, da solo, non ce la fa. E ha cominciato a tessere una tela di alleanze, come faceva con astuzia padana il suo maestro Umberto Bossi. La ricreazione è finita e il risultato si vede. A Roma si punta su Alfio Marchini più che sulla Meloni (anche perché Giorgia, al di là dei proclami, è la più preoccupata di una sua eventuale candidatuta): gli sherpa salviniani hanno cominciato a studiare la pratica. A Milano viene preso in seria con siderazione Corrado Passera, con la Lega di lotta non ha nulla a che fare, con quella che punta al governo potrebbe ritrovarsi.

Passera a Milano e Marchini a Roma: il centrodestra torna moderato?

Il prologo della vera partita che si giocherà un minuto dopo il test amministrativo della primavera 2016, la costruzione di un listone di centrodestra competitivo con il Pd e con il Movimento 5 Stelle per un posto al ballottaggio. Le trattative sono già avviate e si cerca come capofila una figura in grado di rappresentare tutto l’elettorato moderato. Meglio se civico, proveniente dalla società civile, ne della Lega ne di Forza Italia, per i due partiti sarebbe più facile da accettare, nessuno dei due avrebbe visibilmente l’egemonia. Un nome di confine, un Prodi di centrodestra. Potrebbe essere Diego Della Valle, se mister Tod’s deciderà, come sembra, di entrare in politica. Ma se non spunta il papa straniero Lega e Forza Italia dovranno accontentarsi di soluzioni più tradizionali. La più gettonata è la candidatura del presidente del Veneto Luca Zaia, uomo della Lega ma alleato storico di Berlusconi di cui è stato per due anni ministro. Solido uomo di governo, stimato anche dagli avversari, è per ora privo di un’immagine nazionale, ma non è detto che sia un male: può essere costruito sul piano del marketing come una novità, è un personaggio non ancora usurato. E se dovesse risultare indigesto per l’elettorato del Sud si può pensare di affiancargli una figura meridionale e di appartenenza forzista, un altro ex ministro berlusconiano, la campana Mara Carfagna. Un ticket nord-sud, uomo-donna per affrontare Renzi. E non scontentare nessuno: il variegato popolo del centrodestra, i leader in difficoltà Berlusconi e Salvini. Così nascerà Lega Italia.

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