Altro che ripresa. Coldiretti: 6 milioni di italiani non hanno soldi per mangiare

28 Nov 2015 15:43 - di Ginevra Sorrentino

La Coldiretti smorza gli entusiasmi economici e in barba agli spot governativi che inneggiano alla fatidica ripresa, e contro l’ottimismo renziano, proprio nella Giornata nazionale della colletta alimentare (Gnca) annuncia: sono ancora oltre 6 milioni le persone in Italia che non hanno denaro a sufficienza neanche per alimentarsi adeguatamente, ed hanno quindi bisogno di aiuto per mangiare.

Coldiretti, 6 milioni di italiani non hanno soldi per mangiare

Una realtà sociale suffragata – ahinoi – dalla verità di numeri e cifre percentuali che smentisce iperboliche proiezioni di ripresa dalla recessione: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat, presentata in occasione della 19a edizione della Giornata nazionale della colletta alimentare (Gnca) promossa dalla Fondazione Banco alimentare, con il quale è stata realizzata una profonda collaborazione nell’ambito di Expo. La stima sull’effettiva uscita dal tunnel si mostra, una volta di più, una variabile suscettibile agli aggiornamenti dell’ultim’ora apportate dall’ultimo studio di settore. E chi potrebbe scommettere sul futuro di un Paese che non riesce neppure a sfamare i suoi cittadini? Una boccone amaro da ingoiare, certo, ma del resto, anche altre recenti indagine demoscopiche hanno continuato a scattare – a dispetto degli spumeggianti annunci spot di ripresa graduale e rilancio immediato propinati dall’esecutivo – la fotografia sociale di un Paese fiaccato da anni di recessione; svilito nei suoi peculiari punti di forza, ma capace di tirare la cinghia e di ridisegnare, all’occorrenza, la lista delle priorità.

Quale uscita dalla crisi?

Non è un mistero, insomma, che la crisi ci ha depauperato di abitudini e vezzi, insegnandoci a relegare nel comparto dell’accessorio ciò che fino a poco prima risultava semplicemente ordinario. Che il nostro è ancora un Paese immobilizzato in una sorta di bipolarismo economico-sociale che, di fatto, evidenzia come «tra la spesa media mensile a Trento e quella in Calabria corrono più di mille euro di differenza». Tutte rilevazioni tristemente note, a cui ben si aggancia e ancor meglio si declina l’ultima, firmata Coldiretti, che nel report in questione sottolinea come in Italia sia pari al «12,6% la percentuale di individui in famiglie che, se lo volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni». E che, come facilmente desumibile anche da quanto appena detto, «le maggiori difficoltà dal punto di vista alimentare» «si registrano nel mezzogiorno d’Italia dove la percentuale sale al 17%, tra le famiglie monoreddito dove è il 17,3% e tra le persone sole con più di 65 anni con il 14,5%». Un problema che riguarda in Italia l’interna filiera dove gli sprechi alimentari – conclude la Coldiretti – ammontano in valore a 12,5 miliardi che sono persi per il 54% al consumo, per il 21 % nella ristorazione, per il 15 % nella distribuzione commerciale e per l’8 % nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione.

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