«Pinocchio De Luca, vattene». Consiglio amaro per il governatore indagato

16 Nov 2015 13:50 - di Giacomo Fabi

Neppure il doveroso minuto di silenzio osservato in apertura di seduta dal Consiglio regionale della Campania in onore delle vittime innocenti di Parigi è riuscito ad allentare le tensioni innescate dal caso-De Luca. Il governatore era atteso dalla prova aula e l’esame si è dimostrato più ostico del previsto con i rappresentanti del M5S seduti in segno di protesta sugli scranni più alti dell’assemblea costringendo la presidente Rosetta D’Amelio ad aprire i lavori da una postazione diversa. Lavori in realtà mai cominciati, tanto è vero che subito dopo è stato sospendere la seduta.

Protesta M5S: seduta sospesa dopo pochi minuti

Decisione scontata visto che l’aula non è mai stata agibile. A De Luca, indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolti tra gli altri la giudice Anna Scognamiglio – estensore della sentenza che ha consentito al governatore di superare la sospensione prevista dalla “Severino” per gli amministratori condannati – e suo marito Guglielmo Manna cui – stando sempre all’ipotesi accusatoria – in cambio sarebbe stato promesso un incarico prestigioso nella sanità, i grillini hanno detto di tutto, da «Pinocchio» a «abusivo», fino a «dimettiti». Un dato è certo: De Luca ha mentito perché aveva giurato di non sapere nulla del ruolo giocato in questa vicenda dal suo braccio destro, nonché responsabile organizzativo del Pd campano, Nello Mastursi. E l’opposizione oggi glielo ha rinfacciato.

Orfini: «Lo stile di De Luca danneggia il Pd»

Ma sospetti e distinguo si addensano anche nel Pd, il partito di De Luca. Parla per tutti Matteo Orfini, che in un’intervista a Libero pur definendosi «garantista» e pur non invocandone le dimissioni non ha certo lesinato critiche al suo compagno: «Vedo una gestione autoritaria del partito, non disgiunta da una continua ricerca di polemiche con chi non la pensa come lui o si trova sulla sua strada. In lui – ha aggiunto il presidente del partito – si è incarnato un fenomeno di cesarismo che non serve al Pd».

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