Niente Natale a scuola? «Cacciare i prof e i presidi, fomentano l’odio»

24 Nov 2015 12:54 - di Gabriele Alberti

Non solo crocifissi e presepi negati, adesso anche le pubblicità e le canzoni vengono “epurate” dai nostri riferimenti identitari e culturali. In Gran Bretagna in uno spot pubblicitario è stato censurato il Padre Nostro, mentre in Italia una preside nel bergamasco ha vietato il canto di Natale  “Adeste fideles” per i troppi riferimenti cristiani. La misura è colma, questa volta il ministro Giannini non può stare zitta alla finestra. Il presidente del Senato Maurizio Gasparri  la chiama espressamente  in causa, invitandola «a cacciare i professori e i presidi che fomentano l’odio».

Stop ai canti di Natale? «È razzismo religioso»

«Dopo i vili docenti di Firenze che hanno impedito la visita ad una mostra di dipinti di arte sacra, che nessuno ha toccato mentre andrebbero cacciati  dalla loro scuola, si registra un altro episodio – scrive Gasparri in una nota – e chiedo anche questa volta al Ministro Giannini di intervenire. Maria Antonia Savio, dirigente scolastica di Casazza, in provincia di Bergamo – racconta Gasparri riferendosi all’ episodio sul quale anche la Lega ha già presentato delle interrogazioni parlamentari – ha vietato per le celebrazioni del Natale ad un coro di cantare Adeste Fideles perché il noto canto potrebbe irritare i ragazzi non cattolici e perché non rientrerebbe in un presunto progetto didattico ispirato ai musicanti di Brema. La Savio va cacciata oggi stesso. Questi intolleranti, violenti e fomentatori di odio devono essere allontanati dalle nostre scuole e non devono avere contatti con i nostri figli». Aggiunge categorico: «La Giannini risponda, in caso diverso denuncerò anche lei all’autorità giudiziaria per questi episodi di razzismo culturale e religioso che si stanno ripetendo, da Firenze a Bergamo, nelle scuole italiane». Le liturgie del Natale sono parte costitutiva della nostra cultura e vanno rispettate.

Meloni: Chi è contrario, non stia in vacanza…

Sull’argomento è agguerrita la leder di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sia negli interventi pubblici sia sui social: “Epurano il presepe, Adeste Fideles, i crocifissi perché troppo cristiani e offendono chi non lo è. Però a Natale, giorno in cui celebriamo la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo non considerano offensivo stare in vacanza, a casa, a mangiare il panettone e il torrone, invece che andare in ufficio. Siate coerenti: nel rispetto dei non cristiani il 24 e 25 andate a lavorare! Ipocriti”, si legge sul suo profilo Fb. Di fronte a questa imposizione del pensiero unico, cui corrispondono dall’altro lato timidezza e soggezione al politicamente e religiosamente corretto, si mobilita anche Area popolare con l’interpellanza del presidente Sacconi a Renzi: tutto il Parlamento – è l’esortazione – deve spronare il premier a farsi promotore in ambito europeo affinché siano inseriti nei Trattati fondamentali riferimenti espliciti alla tradizione culturale greco-giudaico-cristiana e sia rafforzata «la diffusione dei contenuti identitari della Nazione quale premessa dell’accoglienza di culture diverse».

 

 

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